In occasione del tavolo convocato al Mimit, il senatore Antonio Nicita ha avanzato una proposta per la quale sono stati presentati alcuni emendamenti in sede di discussione dell’AS 1272 in Senato sui quali chiediamo un confronto costruttivo con il Governo:
Il Governo proceda, al primo decreto disponibile, a riformulare l’art. 104bis Disp. Att. del codice di procedura penale recependo le disposizioni della Corte, in particolare imponendo un termine massimo di consultazione delle misure prescrittive fino a sei mesi e un termine massimo di operatività degli impianti di 36 mesi; conseguentemente, riesamini e modifichi il DPCM che qualificava IAS e Priolo Servizi scpa come infrastrutture necessarie ad assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti della società ISAB, estendendo tale condizione agli impianti (e alle relative condotte) dei grandi utenti la cui attività di depurazione è co-essenziale al funzionamento dell’IAS e, quindi, di ISAB; a tal fine il Governo può estendere la norma che statuisce l’amministrazione temporanea di impianti strategici di interesse nazionale anche alle strutture ad esse funzionali e necessarie, al fine di garantirne un coordinamento diretto; riesamini e, conseguentemente, modifichi il DPCM del 12/9/2023 in modo da assorbire integralmente le osservazioni della magistratura, definendo, d’intesa con la Regione, le risorse immediatamente disponibili, un cronoprogramma verificabile degli investimenti (ivi incluso il termine massimo di operatività degli impianti di cui alla decisione della Corte), un credibile monitoraggio quotidiano effettivo, un sistema replicabile, di controlli umani e automatici, che sia efficace e bilanciato su parametri certi e definiti con criteri condivisi e pienamente rispettosi della legislazione vigente, previa consultazione con tutti gli enti e i soggetti eligibili; individui per IAS una nuova e semplificata struttura di Governance, con meccanismi di controllo rafforzati e garanzie di economicità nella gestione; assegni ad IAS nuovi ruoli prospettici e nuovi finanziamenti per procedere verso una strategia di diversificazione nel campo della desalinizzazione delle acque marine nella prospettiva di liberare le risorse idriche attualmente usate dalle industrie per altri usi;
Al fine di imporre rimedi selettivi a siti e impianti di attività strategicamente complementare a ISAB istituisca le Zone industriali di interesse strategico nazionale. Al tal fine ho presentato un emendamento al “dl Ambiente” in discussione presso il Senato: “Al decreto legge 9 agosto 2022 n. 115, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 settembre 2022, n. 142, dopo l’articolo 32, è aggiunto il seguente: <<Art. 32 bis (Zone industriali di interesse strategico nazionale). 1. Sono istituite, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, le Zone Industriali di Interesse Strategico Nazionale (ZIS). Tali aree sono individuate dalla presenza congiunta di uno o più siti già riconosciuti come siti di interesse strategico nazionale, nonché di ulteriori siti e impianti i quali, ancorché non riconosciuti come siti di interesse strategico nazionale, svolgono attività che si pongono in una relazione di stretta complementarietà tecnologica, infrastrutturale, strategica, industriale e occupazionale con siti di interesse strategico nazionale, localizzati nella medesima zona geografica, anche ai fini della programmazione della riconversione energetica, ecologica e occupazionale. Gli impianti e i siti la cui attività o dotazione infrastrutturale è funzionale a quella di siti di interesse strategico nazionale, che insistono nella medesima zona geografica industriale, sono inseriti, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, nella ZIS territoriale e sono soggetti a prescrizioni selettive, per un periodo massimo di trentasei mesi, strettamente funzionali alla continuità produttiva dei siti di interesse strategico nazionale che insistono nella medesima area, e alla realizzazione dei piani di conversione ecologica e industriale programmati, nel rispetto della legislazione vigente. Con il medesimo decreto che istituisce una ZIS, il Governo ne definisce gli ambiti e le competenze, nominando un Commissario responsabile del monitoraggio delle prescrizioni. Le Zone industriali di interesse strategico nazionale rientrano, per le finalità di cui all’articolo 32 della presente legge, nelle Aree di interesse strategico nazionale ivi definite”.
Ciò permetterebbe di ampliare, oltre IAS e Priolo Servizi scpa, l’elenco dei soggetti e delle rispettive specifiche azioni (inclusi gli investimenti in impianti di pretrattamento) che, nel Polo Siracusano, concorrono ad assicurare la continuità produttiva degli stabilimenti della società ISAB srl e IAS. In altri termini, tutti gli impianti (compresi quelli che i privati vogliono realizzare in house) che influenzano direttamente o indirettamente, con la loro presenza o assenza, la funzionalità dell’impianto di interesse strategico ISAB devono essere oggetto di precise disposizioni volte a garantire il funzionamento dell’IAS e, quindi, di ISAB.
Al tempo stesso occorre garantire che i progetti di decarbonizzazione annunciati da ENI siano funzionali ad una strategia industriale complessiva di rilancio, riconversione ecologica, riqualificazione dei lavoratori, attrattività di nuovi investimenti in una filiera dell’idrogeno che veda nella decarbonizzazione e nella desanilizzazione (con impianti sostenibili di nuova generazione), nonché nella realizzazione di nuovi impianti di risorse energetiche rinnovabili (in un progressivo passaggio da idrogeno blu a idrogeno verde) i suoi passaggi fondamentali, con risorse pluriennali dedicate (FSC).
La gestione delle attuali crisi nel Polo industriale offre oggi un’ultima chiamata per costruire una strategia lungimirante per un futuro sostenibile, focalizzato su energie rinnovabili, decarbonizzazione, desalinizzazione, filiera dell’idrogeno, centralità della tutela dell’ambiente e della salute, riqualificazione dei lavoratori, attrattività per nuove imprese. Sulla desalinizzazione ad esempio – anche nel contesto di una filiera dell’idrogeno – perché non pensare a candidare il Polo per un progetto d’interesse europeo strategico su uso e riuso di risorse idriche nell’area mediterranea? Le proposte non mancano. Ma vanno avviate al più presto. Senza un’azione immediata e decisa si rischia di spegnere di qui ai prossimi quindici anni il Polo, senza che sia avvenuto alcun rilancio occupazionale e di investimenti, senza che sia stata avviata una strategia di riqualificazione ambientale e di tutela della salute nei territori interessati.
Il quadro peggiore è quello di una crisi industriale, occupazionale e ambientale senza precedenti e senza soluzioni: una povertà economica, ambientale e della salute destinata ad alimentarsi e ad aggravarsi nel tempo.