Senza attendere l’esito dei tamponi, e con l’equipaggio della Ong Mare Jonio in quarantena ad Augusta, gli oltre quaranta clandestini sbarcati ieri sera in Sicilia sono stati condotti in un centro d’accoglienza del borgo collinare di Testa dell’Acqua a Noto, e questa è notizia già diffusa ieri sera. Che 8 fossero positivi al Covid19 si è saputo nella giornata odierna ( e c’è chi sostiene che non sia l’unica malattia riscontrata in questi uomini), del pomeriggio è invece la notizia della protesta posta in essere da un gruppo di cittadini tra cui residenti nella stessa contrada che hanno esposto uno striscione recante la scritta: Noto e TdA non sono ghetti, stop ai mercanti di carne umana! La preoccupazione che ha indotto ad iniziare il presidio è per il focolaio di Coronavirus, e non solo, ed anche all’eco mediatica che la notizia in brevissimo tempo ha generato. Qualche titolo di giornale: “I migranti sbarcati col covid? Isolati nella perla del turismo” (Il Giornale), “SOS Sicilia, 8 migranti positivi sui 43 sbarcati dalla Mare Jonio. Musumeci: tutti a Noto? Che sia zona rossa” (Secolo d’Italia), “Altri 8 migranti positivi al Coronavirus. Musumeci valuta la possibilità di dichiarare zona rossa l’area di Noto” (La Repubblica). Ergo se venisse istituita la zona rossa il tentativo di rialzarsi sarà vano perché la città non può più permettersi altre quarantene; sarebbe la morte certa per tante, troppe attività che hanno atteso coraggiose la riapertura, e con tantissimi sacrifici hanno provato a rimettersi in moto, ed a rimettere in moto l’economia cittadina già in piena crisi. “Abbiamo raccolto l’invito dei residenti di Testa dell’Acqua, ovviamente preoccupati dalle ultime notizie. Siamo, dunque, in presidio dinnanzi alla struttura che certo non ci sembra adeguata ad ospitare oltre 40 immigrati, e soprattutto affetti da Covid19 – va dritto al punto il portavoce della protesta Andrea Insenga Azzaro-. Noi abbiamo intenzione, insieme alla cittadinanza attiva, del posto di presidiare la zona e di essere ascoltati nelle prossime ore dal Prefetto ( richiesta già accolta,n.d.r. ), chiederemo che venga preso un serio provvedimento e che vengano spostati da questa struttura.
Altra cosa che risulta incomprensibile è l’azione del Ministro Lamorgese che non intende più pagare gli armatori per le quarante sulle navi, perché “troppo costose”, e il problema lo deve piangere una città come Noto! Della nostra economia non si è preoccupato nessuno, in una situazione già pesantemente indebolita da tre mesi di chiusura totale che ci ha condotto ad una stagione estiva già compromessa. E adesso coi titoloni dei giornali ci vedrà letteralmente finiti con una stagione estiva che non partirà. Quindi chiediamo l’immediato sgombero della struttura e la sua chiusura definitiva perché inadeguata. Noi ci auspichiamo di essere ascoltati dal Prefetto e nel contempo chiediamo al Presidente della Regione Sicilia Musumeci di non pensare minimamente a decretare zona rossa Noto, perché pregiudicherebbe, in maniera incontrovertibile, la nostra stagione già messa in ginocchio; e come intende risolvere questa situazione e come intende ridare nome e lustro alla città di Noto e alla sua stagione turistica”. La struttura è presidiata giorno e notte da agenti della Polizia di Stato, aggiornamenti nelle prossime ore.
Emanuela Volcan