Per “Prima delle Prime” dell’Associazione “Amici della Scala” si è tenuto giovedì 6 aprile come di consueto con inizio alle ore 18 presso il Ridotto dei Palchi “A.Toscanini” del Teatro alla Scala l’incontro dedicato all’opera “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti che andrà in scena alla Scala dal 13 aprile al 5 maggio con la direzione di Riccardo Chailly e con regia, scene e costumi di Yannis Kokkos
A tale incontro a ingresso libero dal titolo “L’onda della melodia” ha parlato di “Lucia di Lammermoor” Paolo Fabbri, professore emerito dell’Università di Ferrara, presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Donizetti e Direttore Scientifico della Fondazione Teatro Donizetti, con la partecipazione del M° Riccardo Chailly e del Prof. Raffaele Mellace, Consulente Scientifico del Teatro alla Scala.
Lucia di Lammermoor, un “dramma tragico” (così Donizetti aveva definito la sua opera), racconta un amore segreto contrastato fino alla morte e invita a un’immersione in pieno romanticismo perché è l’opera che – tra tutte quelle del compositore bergamasco – meglio rappresenta lo spirito romantico dell’epoca. Composta molto rapidamente, come nelle abitudini del musicista, dall’aprile al luglio del 1835, andò in scena al Teatro San Carlo di Napoli il 26 settembre 1835 e fu subito un successo che ancora oggi non accenna a venir meno. Il compositore aveva dedicato infatti molta cura a una partitura perfetta per misura, equilibri, costruzione complessiva e singoli dettagli, e “straripante di bellezze melodiche che si offrono pronte alla memoria per restarvici per sempre” (R. Mellace).
Il libretto, preparato da Salvadore Cammarano, proviene dal romanzo di sir Walter Scott The Bride of Lammermoor (1819), ambientato nella Scozia del 1689 al tempo delle lotte tra i seguaci di Guglielmo III d’Orange e Giacomo II. Il romanzo non era allora nuovo a subire riadattamenti in chiave musicale, poiché almeno altri quattro compositori l’avevano già utilizzato per le loro opere teatrali, delle quali nessuna però fu in grado di reggere al confronto con il capolavoro di Donizetti. La trama si svolge sul finire del XVI secolo in Scozia, che fa da scenario all’amore impossibile di Edgardo e Lucia, i due innamorati che divisi dal fato e dalle meschinità degli uomini non riescono a realizzare il loro sogno d’amore. E ancor oggi avvertiamo come l’attenzione del compositore fosse calamitata dai due momenti corrispondenti all’epilogo delle loro rispettive vicende. “Epilogo che ciascuno vivrà per conto suo, in allucinata o straziata solitudine… che non consente neppure la condivisione degli estremi istanti con l’amato e lascia ai due infelici soltanto l’eco flebile ed empatica di due voci provenienti dall’orchestra, un’armonica a bicchieri e un violoncello” (R. Mellace).
Masha Sirago