Priolo, nuovi controlli degli investigatori all’Ias


Il depuratore consortile di Priolo, gestito dall’Ias, anche in questi giorni al centro di una serie di controlli e di verifiche da parte degli investigatori. Continuano, infatti, le indagini coordinate dal procuratore aggiunto Fabio Scavone nell’ambito della maxinchiesta sull’inquinamento dell’ambiente in generale nel petrolchimico siracusano, della depurazione, dell’aria e dello smaltimento dei fanghi.

Il depuratore di Priolo è stato messo sotto accusa dopo una lunga serie di esposti di semplici cittadini, di associazioni ma anche di alcuni sindaci dei comuni del territorio siracusano. L’impianto per la depurazione civile e industriale gestito dall’Ias è sospettato di essere una delle fonti più inquinanti nell’area industriale siracusana.

E’ stato eseguito qualche giorno fa un accertamento tecnico irripetibile su scarichi e condotte, ma anche su valvole e su tutto il sistema dei ricettori dei reflui, così come gli apparati per i soprappieni. In tal senso gli inquirenti hanno ascoltato alcuni tecnici dell’Ias.

Intanto, il Commissario straordinario dell’ex Consorzio Asi di Siracusa (ora Irsap), ha firmato la proroga della convenzione per la gestione dell’impianto della durata di un anno, fino al 30 giugno del 2020. L’obiettivo sarebbe quello di predisporre il bando di gara per l’affidamento della gestione in barba alla legge regionale che dispone tutt’altra cosa. Così procedendo, viene messo da parte l’emendamento al collegato alla legge finanziaria regionale, voluto dal parlamentare regionale del Pd, Giovanni Cafeo, che prevede che i depuratori debbano essere gestiti dall’Ato Acque. In mancanza dei quali e fino alla loro costituzione la gestione deve essere affidata alla società di scopo come, nel caso rappresentata dall’Ias, che proprio lunedì ha approvato all’unanimità il bilancio consuntivo del 2018.

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