Colpo di scena al processo per l’omicidio del priolese Alessio Boscarino, il 24enne vittima di un agguato in via Tasso a Priolo la sera del 4 dicembre 2016. Giunto alle battute conclusive, infatti, i legali della difesa degli imputati, hanno avanzato alla corte d’appello di Catania istanza di ricusazione di uno dei giudici popolari che fanno parte della Corte d’assise. La vicenda è emersa in occasione dell’ultima udienza quando, dopo quello dell’avv. Domenico Mignosa, patrocinatore della madre della vittima, Rosa Boscarino, parte civile al processo, è toccato all’avv. Puccio Forestiere svolgere la propria arringa. Il penalista, che assiste sia Christian de Simone, per il quale i pm Gaetano Bono e Tommaso Pagano avevano sollecitato la condanna all’ergastolo, sia il fratello su cui pende la richiesta di condanna a 30 anni di reclusione (stessa pena sollecitata per il terzo imputato, Davide Greco).
L’avv. Forestiere ha parlato in aula per circa 2 ore sostenendo la tesi difensiva e uno dei 6 giudici popolari avrebbe mostrato a più riprese una certa insofferenza, come registrato dagli altri due legali difensori, avv. Sebastiano Troia e Antonio Zizzi. “A fine udienza – spiega l’avv. Forestiere – è stato chiesto a quel giudice il perché di quell’atteggiamento che ritengo irriverente nei mei confronti e per la funzione che svolgevo in aula, e per tutta risposta ha riferito che io non avrei dovuto offendere l’intelligenza dei giudici, dimostrando con questo un preoccupante pregiudizio rispetto al caso di cui si sta discutendo”.
Dopo avere riferito quanto accaduto al presidente della corte d’assise, Tiziana Carrubba, i tre legali difensori hanno steso una relazione, inviata al presidente della corte d’appello con cui hanno chiesto la ricusazione di quel giudice popolare. Bisognerà adesso attendere la decisione dell’organo superiore prima di affrontare la nuova udienza, fissata in precedenza per il 26 febbraio, quando sono previste altre due arringhe della difesa e poi la camera di consiglio.