Il giudice per le indagini preliminari del tribunale aretuseo, Salvatore Palmeri ha concesso l’8 febbraio alla Procura la proroga alle indagini, relative a un’inchiesta giudiziaria in cui è coinvolto il sindaco di Priolo, Pippo Gianni. Le accuse mosse dalla magistratura sono di abuso d’ufficio e tentata concussione. L’indagine sarebbe scaturita dalla denuncia di un ex dirigente comunale che aveva avviato un’attività di abbattimento di una serie di casotti e chioschi, installati lungo il litorale di Marina di Priolo. Il funzionario ha lamentato di avere subito pressioni per una di queste strutture balneari il cui titolare sarebbe parente di un assessore della giunta Gianni. Secondo l’accusa, in conseguenza dell’intervento dell’amministratore pubblico, per quella struttura, anziché l’abbattimento, sarebbe stata trovata un’altra soluzione. Tanto è bastato per fare scattare la segnalazione e, quindi, le indagini da parte della Procura aretusea, che ha ottenuto dal Gip una proroga in attesa di approfondire l’intera vicenda.
Sul primo cittadino priolese sono pervenute nei giorni scorsi critiche da parte del segretario del partito democratico, Salvo Adorno, e dai coordinatori provinciali di Italia Viva, Alessandra Furnari e Saverio Bosco sull’opportunità di affidare all’ex pubblico ministero di Siracusa Maurizio Musco la nomina di esperto giurista ambientale del comune di Priolo Gargallo. Secondo i responsabili dei due partiti politici, la condanna e la successiva destituzione dalla magistratura avrebbero dovuto indurre il sindaco a non procedere con la nomina di un ex magistrato che, è giusto ricordare, ha portato a termine la complessa indagine denominata “Mare rosso” che ha scardinato un sistema d’inquinamento dell’acqua del mare, di avere scoperto numerose cave riempite di scarti della produzione industriale, rifiuti tossici e nocivi.