Per il pm Margherita Brianese l’ex sindaco di Priolo, Antonello Rizza, avrebbe ben precise responsabilità nell’ambito dell’inchiesta denominata “Qualunquemente” e per tale motivo ha sollecitato al tribunale la condanna dell’ex amministratore a 15 anni di reclusione.
Le conclusioni sono state dettate al fulmine della requisitoria al processo che vede imputato Rizza e altri 15 imputati che devono rispondere, a vario titolo, di concussione, voto di scambio, abuso d’ufficio e truffa. Il pm Brianese ha chiesto 10 anni di reclusione per l’ex assessore e già presidente del consiglio comunale Beniamino Scarinci; 8 anni per Salvatore Passarello: 5 anni per Flora La Iacona e Marco Auteri; 3 anni e sei mesi per l’ex assessore alla solidarietà sociale, Giuseppe Pinnisi e Paola Scalogna; 3 anni e 10 mesi per Lucia Grasso e Nunziata Bafumo; 3 anni per Concetta Caccamo e Giuseppa Arcidiacono; 5 mesi a carico di Sebastiano Mazzone; 1 anno e 6 mesi per Angelo Bosco;
1 anno per Marco Angelino; 2 anni per l’ex segretario comunale, Giuseppe Italia;
2 anni e mezzo di reusione per Angelo Palumbo.
Nel corso della requisitoria, il rappresentante della pubblica accusa ha ripercorso l’intera vicendgiudiziaria, sosrenendo che l’ex sindaco di Priolo Rizza avrebbe favorito la corresponsione di sussidi sociali con il preciso intento di ottenere consensi e preferenze in occasione delle elezioni regionali dell’ottobre 2012 e alle elezioni amministrative del giugno 2013. A quest’ultime Rizza ha partecipato confermando la carica di sindaco di Priolo.
Per gli altri imputati le accuse variano con particolare riferimento a una distrazione di fondi pubblici, per in totale di quasi 2 miolioni di euro per destinarlo a contributi per sussidi sociali straordinari, finalizzati, a giudizio del pubblico ministero, a ottenere un ritorno in termini elettorali.
Dopo le richieste del pm Brianese, tocca ai legali difensori esporre le proprie arringhe in difesa dei 16 imputati. Il tribunale ha fissato l’udienza per il 18 gennaio.
Francesco Nania