Quarantena e isolamento fiduciari, l’appello della Rete Civica della Salute della Sicilia

Si chiamano quarantena e isolamento “fiduciari”. Nel primo caso si tratta della limitazione dei movimenti di persone sane che potrebbero essere state esposte al contagio. Nel secondo si tratta della separazione dal resto della comunità delle persone risultate positive, come i test in corso stanno documentando in tutta la Sicilia.

In questi giorni, però, in tanti hanno manifestato il timore che questa “fiducia” non sia sempre ben riposta. Timore che i coordinatori provinciali e i riferimenti civici della Rete Civica della Salute stanno registrando un po’ dappertutto, da Trapani a Messina, da Catania a Palermo, a Caltanissetta, Enna, Agrigento, Ragusa, Siracusa. Da qui un doppio appello, che le diverse articolazioni della RCS stanno condividendo a tutti i livelli: appello ai cittadini affinché si rendano conto della necessità di rispettare appieno le prescrizioni, per il proprio bene e per quello degli altri, e appello alle autorità competenti – Aziende sanitarie, Prefetti, Sindaci – affinché intensifichino più che possibile i controlli, in particolare, ma non solo, per i casi di isolamento e quarantena fiduciari.

“Molti temono che i propri sacrifici possano venire vanificati dalle condotte superficiali di alcuni”, spiegano Pieremilio Vasta e Pier Francesco Rizza, rispettivamente coordinatore della Rete Civica della Salute e presidente della Conferenza dei Comitati consultivi delle aziende sanitarie siciliane. “Sappiamo bene come sia tecnicamente impossibile il monitoraggio di ciascuna persona  potenzialmente contagiosa. Si tratta di numeri enormi che sono sotto gli occhi di tutti. Tuttavia, intensificare i controlli e realizzare una comunicazione volta a stigmatizzare le condotte errate possono essere un deterrente efficace per far riflettere ancora di più ciascuno di noi sulle conseguenze dei nostri comportamenti. È chiaro, comunque, che non si può demandare ogni responsabilità all’Istituzione, sanitaria, locale, di polizia. Siamo tutti chiamati a condividere la battaglia per la salute come bene comune, oggi più che mai. È dunque indispensabile che tutti ci dimostriamo pienamente partecipi di quella che è, e deve essere, una vera e propria alleanza per superare il prima possibile e nel migliore dei modi l’emergenza in atto”.

 

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