Rapina alla banca di Canicattini: in manette due carlentinesi

I carabinieri di Carlentini hanno tratto in arresto, in esecuzione del provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura di Siracusa, Angelo Monaco di 45 anni,  disoccupato e Giuseppe Sortino di 36, disoccupato, in atto sottoposti al regime degli arresti domiciliari in quel centro.

Monaco dovrà espiare la pena detentiva di 1 anno e 2 mesi di reclusione, mentre Sortino di  4 anni e 2 mesi di reclusione, poiché entrambi responsabili della rapina, commessa a Canicattini nel 2016, mentre Sortino anche di reati contro il patrimonio commessi in provincia di Rovigo nell’anno 2015.

La rapina di Canicattini Bagni risale al 6 maggio del 2016 quando Sortino, a volto scoperto, accodandosi ad una cliente che stava facendo ingresso in banca, si introduceva all’interno e, dopo aver strattonato il direttore, minacciando una cassiera, si faceva consegnare il denaro contenuto nella cassa, ammontante ad oltre 16.000 euro.

Impossessatosi del denaro, intimando ai presenti di non muoversi, l’uomo usciva dalla banca ove, ad attenderlo a breve distanza pronto per darsi alla fuga, vi era Monaco Angelo a bordo di una vettura a lui in uso.

Nell’immediatezza dei fatti, sul posto interveniva il personale della Stazione di Canicattini Bagni e del nucleo operativo della Compagnia di Noto che davano avvio alle indagini del caso, raccogliendo le testimonianze delle vittime, procedendo in modo analitico ai rilievi tecnici.

Fondamentale, al fine di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti, la conoscenza del territorio e dei vari soggetti di interesse operativo da parte dei Carabinieri della Provincia di Siracusa. Infatti, nell’ambito dell’osmosi informativa tra i vari reparti dell’Arma, grazie anche all’esito dei rilievi, i Carabinieri sono riusciti in breve tempo a risalire all’identità di entrambi i rapinatori. In particolare, le attività investigative condotte hanno consentito di accertare che nel corso della mattinata Monaco Angelo aveva fatto un sopralluogo in zona, facendo ingresso in banca con la scusa di cambiare una banconota da 20 euro, circostanza alquanto curiosa considerato che in zona vi sono numerosi esercizi commerciali ove l’uomo avrebbe potuto agevolmente cambiare il denaro. Lo stesso, inoltre, al fine di accedere all’istituto di credito, aveva dovuto lasciare l’impronta del proprio pollice nell’apposito dispositivo di rilevamento delle impronte digitali: il dato, inviato al Ris, ha consentito di raccogliere inconfutabili elementi di colpevolezza nei suoi confronti.

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