E’ Enna la città meno digitale d’Italia, in testa Firenze.
La prima delle siciliane è Palermo, al 12° posto; più distaccata Catania, in 53/a posizione.
E’ quanto emerge dal rapporto iCity rank 2001 che ha monitorato 107 italiane. Al 62° posto si trova Messina, Ragusa è al 77/°, seguita da Siracusa in 83/a posizione, cinque posti più in basso c’è Caltanissetta (88), Trapani 99/a, Agrigento al numero 103, fanalino di coda Enna, che chiude al 107° posto.
L’indagine sulla digitalizzazione delle città italiane di Fpa, società del gruppo Digital360, è stata presentata stamani in occasione di Forum PA Città.
I capoluoghi meridionali evidenziano un ritardo nella trasformazione digitale, collocandosi con più frequenza nella fascia bassa delle graduatorie. Confrontando il punteggio medio delle città del Mezzogiorno con quello nazionale si vede uno scarto complessivo di circa il 25%, che supera il 40% in ambiti come gli open data e le reti di wifi pubblico. Ma qualcosa si muove anche al Sud: oltre a Cagliari al 9° posto, troviamo Palermo al 12°, con il massimo dei voti nell’ambito degli Open Data, al pari di Milano e Pisa, e in ottima posizione nelle classifiche settoriali che riguardano apertura e servizi online.
E al 20° nella classifica generale, c’è Bari, che eccelle soprattutto nell’apertura e nei servizi online. Da segnalare anche il recupero di Napoli, 26°posto, che scala 11 posizioni grazie al massimo dei voti nelle app municipali e il buon piazzamento nei social, e di Messina, che passa dall’89°posto del 2020 al 62°attuale, salendo di quasi 30 posizioni.