Obiettivo primario stabilizzazione di tutti i forestali all’interno di un quadro produttivo e di pubblica utilità, per gli addetti alla manutenzione e gli addetti all’antincendio.
Ampliamento delle competenze dei forestali con nuovi programmi di spesa e collaborazione con gli enti locali inserendo nuovi ambiti come la gestione e manutenzione del verde dei parchi comunali, delle spiagge del Demanio Regionale gestite dai 126 Comuni Siciliani rivieraschi, manutenzione delle strade di competenza regionale, in modo che il comparto possa attingere a fondi da ulteriori canali di finanziamento.
Il Governo del Presidente Musumeci, relativamente al comparto forestale, fino all’anno scorso era riuscito al completamento delle giornate assegnate ai forestali e si era riusciti ad ottenere una significativa riduzione degli incendi boschivi, rispetto a quelli, copiosi, degli anni precedenti, e ci rendiamo conto che le inefficienze denunciate quest’anno vanno in buona parte addebitate alle limitazioni operative imposte dal Governo Nazionale a causa del Covid”.
I lavoratori forestali, stanchi di ascoltare le vuote promesse di stabilizzazione che la politica ha sempre elargito a piene mani da quando esiste questo bacino di precariato, stanno pensando sempre più spesso di rivolgersi alla giustizia amministrativa ed ordinaria per aver riconosciuto il risarcimento dei danni causati per l’uso continuato dei contratti a termine, avendo come riferimento l’ormai famosa sentenza del Tribunale di Ragusa che ha dato ragione a parecchi lavoratori forestali.
Come Sinalp riteniamo non più prorogabile questo stato di cose, anche perchè è giusto ricordare che sull’Italia grava una procedura Europea d’infrazione per l’eccessivo utilizzo del precariato.
Quindi diventa fondamentale che il Governo Musumeci sostenga fino in fondo una riforma che guarda alla stabilizzazione di tutti i lavoratori forestali.
Ad oggi abbiamo circa 10mila addetti alla manutenzione e 8mila all’antincendio ma questi 18mila lavoratori precari e part time, in realtà corrispondono a circa 5.800 posti di lavoro a tempo pieno, visto che l’ormai famigerato e vituperato “esercito dei Forestali Siciliani” in realtà è formato da lavoratori che ogni anno lavorano 78 giorni, 101 giorni e 151 giorni.
Siamo stanchi di subire le invettive e gli sfottò dei vari commentatori televisivi e giornalisti prezzolati che “godono” nel comparare i grandi ed indefessi lavoratori forestali della lombardia o del veneto che con soli circa 350 addetti a carico delle rispettive regioni, fanno credere all’opinione pubblica nazionale che riescono a curare tutte le immense superfici boschive di veneto e lombardia, alpi comprese.
Superuomini comparati con i circa 18mila forestali a carico della Regione Siciliana.
Famosa è rimasta la battuta “un forestale per ogni albero e non riescono a prevenire gli incendi che puntualmente si presentano in Sicilia ogni anno”.
Ma nessuno di questi giornalisti e commentatori televisivi hanno mai avuto l’onestà intellettuale di precisare che i 18mila forestali siciliani part time corrispondono solo a circa 5.800 posti a tempo pieno, e che le virtuosissime regioni del nord, che hanno a carico del loro bilancio regionale solo 350 forestali, hanno anche a loro disposizione più di 7.000 operai forestali a tempo pieno per regione a totale carico dello Stato Nazionale, e quindi pagati anche con le tasse dei Siciliani.
Ricordiamo al Governo Musumeci ed ai suoi Assessori interessati, all’Agricoltura ed al Territorio, che il tempo delle attese e delle promesse mancate dei precedenti Governi Regionali è terminato e non è più prorogabile.
Abbiamo un corpo forestale che ha un’età media di circa 60 anni e non più in grado, nella maggioranza dei casi, di poter assolvere in maniera corretta e sicura al loro compito di “pronto intervento” e quindi deve essere riformato per intero nell’ambito di un progetto di stabilizzazione dei lavoratori di ampio respiro in grado di valorizzarne le professionalità, in difesa del nostro territorio e delle nostre infrastrutture.