Riili, parco Archeologico: puntare alla rigenerazione di aree degradate 

Il Presidente di Ance Siracusa, Massimo Riili, interviene sulla attuale perimetrazione prevista dalle norme di attuazione del Decreto di istituzione del Parco Archeologico di Siracusa.

“Diciamo Parco sì, ma non così. Noi intendiamo andare veramente “oltre” ed incentrare la discussione su considerazioni e valutazioni tecniche sul futuro della città e dei cittadini che la vivono – dice Massimo Riili – on l’attuale perimetrazione del Parco Archeologico non si delinea nessun nuovo strumento che consenta di avviare un percorso reale di recupero e di rigenerazione urbana. Le norme di attuazione del Parco Archeologico, così come proposte, bloccano nelle zone meno qualificate di Siracusa qualsiasi processo di reale trasformazione urbanistica di aree degradate con azioni che puntino a migliorare contemporaneamente le condizioni sociali, economiche e ambientali. Per tutelare le zone pregiate tuteliamo tutto intorno, anche se si tratta di assoluto degrado”.

“Sembra incredibile – continua il Presidente di Ance Siracusa – ma così come stanno le cose un reale processo di rigenerazione urbana nelle adiacenze del c.d. Parco, che agevoli interventi di demolizione e ricostruzione, o anche solo di demolizione, con aumento di spazi pubblici e verde, non è ammesso. Che tutto resti com’è, i soldi dei biglietti del parco salveranno la città”.

“E questo, tanto per fare un esempio, in pezzi di città come Viale Ermocrate, che ricade in area di riqualificazione urbanistica dell’attuale PRG, in cui sarebbe necessario ragionare proprio in questi termini, ma che oggi è inspiegabilmente ingessata dal vincolo di sostanziale immodificabilità che il Parco si porta dietro”.

“E così in tutte le cosiddette fasce di rispetto del Parco. In una parola il Parco è dappertutto, passa anche su porzioni della città in cui non esiste nulla da tutelare”.

“Abbiamo fatto presente questo ragionamento al Soprintendente Aprile – conclude Massimo Riili – che ha prestato molta attenzione alle nostre preoccupazioni, assicurandoci che potranno essere corretti subito questi errori evidenti, per cui confidiamo che, prima della pubblicazione in Gazzetta, un incontro di approfondimento possa portare a rivedere il Regolamento attuativo del Parco Archeologico affinché si possa avviare un reale processo di rigenerazione urbana del tessuto edilizio della città. E sempre nell’interesse di tutti, e soprattutto del Parco”.

 

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