Protocolli interni per ridisegnare l’organizzazione del personale e rimodulare l’accesso all’ospedale Umberto I in modo da renderlo più sicuro e impermeabile al contagio. Li hanno messi nero su bianco tre medici, Paolo Bordonaro, Antonino Bucolo e Giuseppe Capodieci, a conclusione del tavolo tecnico, volto ad avanzare proposte migliorative sull’organizzazione dell’ospedale. Nella missiva, inviata, tra gli altri, al direttore generale dell’Asp, si fa riferimento al potenziamento dell’area emergenza-urgenza: “Per abbassare il rischio clinico – è scritto nella lettera – e garantire sicurezza, si ha necessità di reclutare altre risorse, almeno 30 infermieri e 8 medici. Questo permetterebbe agli operatori, oggi in servizio, di sentirsi più tutelati nell’espletamento delle loro funzioni e al sistema di rispettare quell’optimum di un’unità infermieristica ogni 2 degenti, standard ideale cui ogni organizzazione deve tendere”.
Nella proposta i tre medici parlano di zona grigia individuata nel reparto di pneumologia: “Sebbene si condivida tale misura organizzativa, volta a confinare e isolare in camere singole i pazienti in attesa dell’esito del test Covid19, con una sintomatologia clinica fortemente suggestiva per Covid supportata da un’indagine diagnostica, si ritiene dovere incrementare il personale sanitario creando anche equipe multidisciplinari che abbiano come figura chiave lo pneumologo”, attualmente 5 in servizio mentre sono 17 gli infermieri.
Altra criticità emersa è legata “all’infortunio biologico di due medici neurologi e sintetizzabile nella forte contrazione del personale in servizio, pari alla metà di quello reale”.
Per limitare il flusso dei pazienti, il tavolo tecnico ha suggerito anche “il trasferimento delle unità operative di oculistica, otorino, e pediatria al presidio ospedaliero di Avola; accorpamento strutturale e funzionale delle unità operative di ortopedia e chirurgia generale; aggregazione delle unità operative di Medicina Interna e Geriatria conseguente al blocco dei ricoveri predisposto dopo la positività al test di alcuni operatori”.
E’ stato proposto per l’accesso in ospedale solo da via Testaferrata dove è possibile fare uno screening del personale dipendente e dei pazienti con il thermoscan. L’ingresso del pronto soccorso “pulito”, cioè Non Covid, dovrebbe avvenire dal lato ovest della guardiola dove è tracciata una segnaletica verde. L’ingresso del pronto soccorso ostetrico avverrà seguendo la segnaletica rosa “fino all’ascensore dedicato che accede solo al secondo piano dove viene effettuato il pre-triage per evidenziare eventuali soggetti sospetti o negativi. I soggetti negativi effettueranno il pre triage nel pronto soccorso ostetrico del secondo piano mentre quelli sintomatici o sospetti saranno accompagnati al terzo piano (in cui è dedicata un’area per Covid 19)”. In caso di emergenza di soggetto Covid per trattamento chirurgico, “si usufruirà della sala operatoria (terzo piano lato est, ex otorino-oculistica) con relativa sanificazione”.
Le persone sospette Covid effettueranno il pre triage nella tenda allestita nel parcheggio e da qui accederanno al pronto soccorso attraverso la rampa en trando dalla porta di sinistra. Tutta l’area Covid è continuamente sanificata, mentre il pronto soccorso Non Covid avrà ingresso dalla hall con ingresso dall’ex reparto di oncologia (oggi trasferito ad Avola). Analogo percorso faranno i visitatori destinati alle singole unità operative. L’area del primo piano dell’Umberto primo è tutta area Covid con un percorso ben definito. “Tutta quest’area è zona rossa ed è vietato l’ingresso ai non addetti ai lavori”.
Discorso a parte merita il reparto di pediatria per il quale i tre esperti nominati dall’Asp, hanno proposto il blocco dei ricoveri. “Considerata la necessità di sostenere e supportare ò.- scrivono – il personale in forza al pronto soccorso nella gestione dei casi clinici, si dispone il blocco dei ricoveri con effetto immediato nel repatto dfi pediatria e l’assegnazione temporanea del personale infermieristico al pronto soccorso”.