Preg.mo Signor Ministro
La Cisl Ragusa Siracusa, insieme alla Filca (categoria dell’edilizia) e alla Fai (categoria dell’agroalimentare), in occasione della Sua visita nella zona nord della provincia siracusana, intendono sottoporLe due questioni di fondamentale importanza per la fascia ionica e sud orientale dell’isola.
Questo territorio, come è noto, è soggetto ad eventi sismici connessi alle caratteristiche geologiche e alla collocazione geografica al centro del Mediterraneo.
Proprio ieri notte e stamattina, la popolazione è stata destata dal sisma avvenuto a largo delle coste greche. Le onde di riflesso hanno fatto chiaramente percepire il terremoto in provincia di Siracusa. Fortunatamente non sono stati registrati danni a persone e cose ma il rischio resta sempre dietro l’angolo.
La storia sismica di questo territorio insegna – ricordandoci date ben precise e, purtroppo, numero di vittime – che in questa zona possono verificarsi terremoti di imponenti dimensioni.
Basti ricordare il 9 e 11 gennaio del 1693 quando il Val di Noto venne raso al suolo con oltre 60 mila vittime tra Siracusa e Catania. Oppure il 20 febbraio del 1818 e, non ultimo, quello del 13 dicembre 1990.
Ci sono delle stime di eventuali danni e del numero di persone “coinvolte” in caso di sisma particolarmente violenti. Sono dati contenuti in un dossier del Servizio sismico nazionale, una sorta di banca dati della Protezione Civile, che per la Sicilia sono particolarmente agghiaccianti.
C’è un elemento di ulteriore preoccupazione: l’84% degli immobili abusivi, in Sicilia, sorge su terreni sottoposti a vincoli sismico (7 su 10 con livello medio-alto) e idrogeologico.
Il Servizio sismico nazionale è arrivato a queste stime calcolando diversi fattori: oltre alla densità abitativa, sono decisivi i dati del Sige (Sistema informatico di gestione delle emergenze) della Protezione civile, soprattutto quelli sulla vulnerabilità degli edifici in base all’epoca e ai materiali di costruzione, oltre che all’altezza degli immobili e alla tipologia di terreni sui quali sorgono.
Leggere cosa accadrebbe oggi se si ripetessero quegli eventi, è disarmante ma pretenda attenzione istituzionale.
Siracusa è al quinto posto di questa “lista nera” (63.480 morti e feriti; 49.859 senza tetto); preoccupante anche l’impatto su Ragusa (32.168 e 27.493), Vittoria (26.399 e 22.835), Noto (10.264 e 8.612) e Pachino (8.278 e 9.245).
Tutta questa parte del sud est siciliano è classificata a rischio sismico 2. Così anche Siracusa, indicata nell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la Delibera della Giunta Regionale della Sicilia n. 408 del 19 dicembre 2003.
La classificazione sismica del territorio nazionale ha introdotto normative tecniche specifiche per le costruzioni di edifici, ponti ed altre opere in aree geografiche caratterizzate dal medesimo rischio sismico.
L’intensità di un terremoto viene calata sul patrimonio edilizio attuale della città presa in considerazione. Il calcolo tiene conto di parametri locali come la densità degli abitanti, la vulnerabilità degli edifici in base all’anno e al materiale di costruzione, l’altezza dei palazzi e tutto quanto la Protezione civile aggiorna nel Sige, il sistema informatico di gestione delle emergenze.
Siracusa rientra nell’alta classificazione sismica per quanto riguarda le costruzioni.
Una riclassificazione, quindi, si rende indispensabile per garantire condizioni di sicurezza alla popolazione. Interventi di adeguamento agli edifici pubblici, con le scuole in primis, che necessitano di azioni urgenti.
Riclassificare consentirebbe di accedere ad agevolazioni e finanziamenti attraverso i quali rendere questa provincia più sicura.
Interventi che potrebbero essere estesi al controllo del rischio idrogeologico che, proprio in questi ultimi giorni, ha messo in ginocchio aziende agricole, agroalimentari, famiglie che affidano la propria economia al lavoro della campagna.
A Lei, signor Ministro, affidiamo questa lettera affinché trasferisca al Governo la necessità di classificare area a rischio sismico 1 la provincia di Siracusa.
Lo riteniamo un atto doveroso e di grande attenzione e civiltà nei confronti di questa area del paese. Con questa consapevolezza Le chiediamo di attivarsi affinché sia avviato il percorso di ridefinizione dei criteri di rischio.
Grati per l’attenzione riposta, Le auguriamo buon lavoro.
Il Segretario Generale Il Segretario Generale Il Segretario General
UST Ragusa Siracusa FILCA Cisl Ragusa Siracusa FAI Cisl Ragusa Siracusa
Paolo Sanzaro Paolo Gallo Sergio Cutrale