La difesa di Antonello Rizza, l’ex sindaco di Priolo, coinvolto nell’operazione denominata “Res publica” per irregolarità nella gestione degli appalti, ha avanzato al tribunale del riesame di Catania l’istanza di annullamento dell’ordinanza del gip Giuseppe Tripi. La richiesta è stata avanzata e discussa nel corso dell’udienza di ieri mattina, in cui sono state affrontate anche le posizioni degli altri due funzionari del comune priolese, Salvatore Cirnigliaro e Flora La Iacona, a cui è stata applicata la misura personale della presentazione alla polizia giudiziaria. Il tribunale si è riservato sulle richieste avanzate dai difensori avvocati Domenico Mignosa e Tommaso Tamburino e si attende nei prossimi giorni un pronunciamento dei giudici che valuteranno anche la sollecitazione del pm Margherita Brianese, che ha reiterato la conferma della misura cautelare per l’ex sindaco e per i due dirigenti comunali.
Intanto, Rizza, che si è visto applicare la misura del divieto di dimora nel comune di Priolo, ha chiesto al gip del tribunale aretuseo, Tripi, l’autorizzazione a potere svolgere comizi a Priolo durante quest’ultimo scorcio di campagna elettorale in cui è candidato a Sala d’Ercole nella lista di Forza Italia. In subordine, i legali di Rizza hanno chiesto di potere utilizzare strumenti tecnologici (maxischermo e sistemi di comunicazione virtuale) in modo da consentirgli di svolgere i comizi nelle piazze di Priolo, collegato in videoconferenza.
Sempre nell’ambito dell’operazione “Res publica”, sarà sottoposto questa mattina a interrogatorio di garanzia davanti al gip Tripi, il segretario generale Maurizio Casale, anch’egli finito nel mirino della Procura aretusea. Casale, che nelle scorse ore ha rassegnato le proprie dimissioni, è accusato dei reati di falsità materiale e ideologica commessa da un pubblico ufficiale, truffa in concorso. In particolare, perché “mentre erano in corso operazioni di polizia giudiziaria nel suo ufficio del 24 novembre 2016, volte all’acquisizione della documentazione relativa alle sedute del nucleo di valutazione del quale egli era presidente, falsificava i verbali di riunione”. L’altro capo d’imputazione è relativo al fatto che “il nucleo di valutazione comunale per l’attribuzione dei punteggi di merito ai dirigenti di settore del Comune di Priolo (…) con gli artifici e raggiri di seguito meglio descritti, inducendo in errore i competenti uffici del Comune di Priolo in ordine alla sussistenza dei presupposti per la liquidazione nella misura massima degli emolumenti previsti quali premio per l’efficienza del servizio, facevano conseguire ai dirigenti che ciò non meritavano”.