Lanciata una petizione on line per la salvaguardia della Pillirina. L’iniziativa è di un comitato spontaneo di cittadini e di associazioni ambientaliste al quale ha dato la propria adesione Alessandra Trigilia, già dirigente della Sovrintendenza ai Beni culturali. In appena tre giorni sono state raccolte oltre settecento firme. L’idea di fondo è di chiedere all’assessore regionale al Territorio e all’Ambiente, Giusy Savarino, di riavviare l’iter istitutivo della riserva naturale Capo Murro di Porco e Penisola della Maddalena. Una richiesta viene avanzata anche al sindaco Francesco Italia, di riproporre l’istituzione urgente della Riserva.
La petizione prende corpo a seguito del fatto che il lungo percorso per la tutela della Pillirina, abbia subito una brusca battuta d’arresto. Il rischio, secondo i promotori dell’iniziativa, è di riportare l’orologio indietro di tredici anni. “Tredici anni – è scritto nel link d’introduzione al modulo on line di raccolta delle firme, nei quali la “Pillirina” è diventata nell’immaginario collettivo una riserva a tutti gli effetti, un luogo del cuore del FAI, da raccontare ai turisti, da far conoscere e amare, meta escursionistica privilegiata, fotografata e ripresa dalle copertine delle principali riviste di viaggi in Italia. Grazie all’impegno delle associazioni, di Enzo Maiorca e al sostegno di migliaia di cittadini siracusani e non, la Pillirina è ormai patrimonio culturale della nostra comunità”.
Il problema è che “oggi, l’accesso è vietato ai cittadini, sulla base della presunta pericolosità per rischio crollo della falesia, senza che questo costituisca un problema per la riedificazione degli edifici da parte del privato”. Per questo il comitato spontaneo fa appello alle istituzioni regionali e locali affinché procedano speditamente verso la salvaguardia definitiva di questo luogo com’è avvenuto in tante parti della Sicilia, dallo Zingaro a Vendicari, attraverso l’istituzione della riserva naturale non soltanto si garantirebbe la tutela definitiva dell’unico tratto di costa risparmiato dalla speculazione edilizia ma si consentirebbe la gestione attiva, la conservazione, il miglioramento e la valorizzazione di un bene ambientale e paesaggistico di straordinaria importanza.