Tre dei quattro indagati siracusani, coinvolti nella maxi operazione sul giro di scommesse on line hanno risposto ieri mattina alle domande del giudice in sede di interrogatorio di garanzia. Ha rigettato ogni addebito il dipendente del Comune di pachino, Antonino Iacono. Assistito dall’avv. Giuseppe Gurrieri, è comparso ieri mattina davanti al gip del tribunale aretuseo, Andrea Migneco, per la convalida del fermo di polizia giudiziaria, eseguito due giorni fa dagli investigatori su disposizione della direzione distrettuale antimafia di Catania. Al giudice ha riferito di non avere mai avuto rapporti con i personaggi che figurano nel provvedimento di fermo mentre ha detto di avere conosciuto l’imprenditore siracusano Fabio Lanzafame, dalle cui dichiarazioni gli inquirenti hanno potuto ricostruire la rete di contatti e il giro attorno al quale le cosche malavitose catanesi avrebbero fatto affari con le scommesse on line e con gli internet point. Conoscenza che risalirebbe agli anni in cui Iacono era consigliere provinciale ma che non avrebbe alcuna attinenza con le agenzie di scommesse.
Iacono ha, inoltre, fatto presente al giudice Migneco e al pm Tommaso Pagano, che Lanzafame ha già avuto modo di riferire ai magistrati, che lo hanno interrogato, di non ricordarsi di lui. Sulla convalida del fermo di polizia giudiziaria, il gip si è riservato e nelle prossime ore è atteso un pronunciamento sia per la posizione di Iacono sia per quella degli altri tre siracusani finiti nel calderone dell’inchiesta giudiziaria.
Mentre Gaetano Liottasio, assistito dall’avv. Stefano Rametta, si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha inteso sottoporsi a interrogatorio di garanzia il siracusano Giovanni Conte. Difeso dagli avv. Alessandro Greco e Giorgio D’Angelo, l’indagato ha rigettato ogni accusa sostenendo di non avere nulla a che fare con l’associazione mafiosa che avrebbe coltivato interessi nella gestione delle agenzie di scommesse anche sul territorio siracusano. Conte ha fatto notare che è cugino di Lanzafame oltre che esserne stato collaboratore. Ha ribadito quanto in una precedente circostanza aveva riferito agli investigatori che lo hanno sottoposto a una serie di domande nella fase delle indagini, sostenendo di avere percepito uno stipendio per il controllo di alcune agenzie di scommesse “punto Planet” ma ha escluso di avere eseguito qualsivoglia attività illecita.
Alle domande del giudice ha inteso rispondere anche il quarto indagato, Salvatore Barretta, che ha affidato la propria difesa all’avv. Sebastiano Sferrazzo. Pur ammettendo di avere più volte scommesso on line su eventi sportivi, ha riferito di essere all’oscuro che dietro alla gestione del giro vi fosse l’interesse di gruppi criminali men che meno che vi facesse parte. Ha anche sottolineato come per circa un anno e mezzo si fosse allontanato dalle agenzie di scommesse a causa di una lunga malattia che lo ha costretto a subire un delicato intervento chirurgico.
I reati contestatia vario titolo sono quelli di associazione mafiosa; di associazione a delinquere, a carattere transnazionale, finalizzata all’illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive; riciclaggio; autoriciclaggio; truffa a danno dello Stato, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell’associazione di stampo mafioso.