Sicilia. Corsa alla presidenza della Regione: le speranze di Pippo Gianni e la lotta tra i Titani 

Pippo Gianni (nella foto con Musumeci) è un politico puro sangue ; attuale super-sindaco di Priolo, si prenota un posto al sole per le prossime elezioni regionali del 2022. Ha lanciato la sua candidatura dalle pagine del quotidiano “La Sicilia” nei giorni scorsi, con la premessa che riporta indietro la memoria della sua storia: all’estromissione dall’Ars dopo una sentenza del Cga e quindi vorrebbe ritornare a Palazzo dei Normanni da governatore della Sicilia, alla sua esperienza da navigato uomo politico per tutte le stagioni.

Nella stessa scia propagandistica si riconduce agli elementi favorevoli alla sua candidatura e alla sua appartenenza ad alcuni suoi gioielli, tra le quali la Legge su risanamento ambientale del territorio industriale siracusano rimasta, però, ferma al palo. Tra i suoi programmi da presidente ci sono la Sanità e l’Ambiente. Più che per mera aspirazione, Gianni sostiene di essere stato spinto da ambienti da ambienti delle forze politiche, sindacali e da semplici cittadini e che quindi non ha potuto dire di no. É il senso critico di Nicolò Machiavelli, che usa il pretesto per esporre i problemi centrali del suo pensiero.

A parte l’entusiasmo e l’ambizione del guerriero politico Gianni detto Pippo, ma le prossime elezioni per il rinnovo dell’Ars rappresentano un momento difficile per i candidati in lizza tutti forti e ben forniti di voti e mezzi. La Sicilia ritorna al voto per essere ancora una volta torna officina politica per gli esperimenti proiettati alle politiche.

L’errore che si può fare è quello di sottovalutare il fattore tempo; iniziare a fare campagna elettorale solo pochi mesi prima del voto. E su questo Pippo Gianni ha ben pensato di lanciarsi nella mischia in tempo utile con gli altri pretendenti alla candidatura di governatore della Sicilia. Per la verità i segnali di iperattività politica, in parallelo a quella amministrativa di Pippo Gianni, si erano capiti con l’operazione che inglobava nella maggioranza l’opposizione e il dispiegamento di forze con tanti collaboratori, consulenti gratis ma con tanta esperienza, interventi in favore dei meno abbienti, l’operazione che portò alla nomina di presidente dell’Ias Patrizia Brundo e, non ultimo, l’impegno contro l’inquinamento selvaggio da parte delle industrie. Tutti segnala di fumo che lasciano intravedere l’interesse a continuare nella strada maestra della politica, sua grande passione. I malpensanti avevano parlato di una candidatura alla Camera, al Senato o il tentativo di ritornare negli scanni dell’Ars, dopo lo scherzo giudiziario che gli è costato la poltrona nel parlamentino siciliano.

Una campagna elettorale vincente dovrebbe essere permanente 365 giorni all’anno, giorno e notte. E forse, una volta sdoganato il segreto, Gianni ritornerà alla su nuova campagna elettorale a grande stile e con punti chiave fissati, dove convogliare tutti i potenziali elettori. In parte ha iniziato da tempo la sua propaganda attraverso il web sui Social con siti dedicati alla “lunghina” e giornalisti vicini alle sue posizioni. Infatti, i Social-Media sono uno strumento valido per la continua divulgazioni: se alla base c’è la sostanza sarà gradita, ma se insiste il nulla, amplificheranno il niente.

Ma sarà davvero dura. La platea dei candidati a presidente della Sicilia si allarga a dismisura con pezzi da novanta della politica siciliana. Nello Musumeci non esclude sua ricandidatura nel 2022, “Ma solo se mantengo il 60 per cento delle promesse” ha detto; primo dei favoriti, vorrebbe ricandidarsi ma ci sono dei nodi da risolvere. Il suo rapporto con Forza Italia non è stato mai buono. Peraltro, la coalizione di centrodestra insiste a mantenersi in vita e a non frantumarsi, e quindi non cedere il passo alla nuova alleanza di centrosinistra, che prevede un campo di azione che va da Claudio Fava a Giancarlo Cancelleri transitando (forse) per il Pd. Gira anche il nome dell’ex ministra di Berlusconi, Stefania Prestigiacomo.

Musumeci vorrebbe ricandidarsi, ma non dimentica il suo braccio destro, l’attuale assessore alla Salute, Ruggero Razza, che potrebbe sognare anche lui di governare la Sicilia.
Coccolati da più parti gli Autonomisti e Popolari con uno schema a ventaglio elettorale forte. Da non dimenticare la variabile Roberto Lagalla unitamente a Gianfranco Miccichè che potrebbero essere un serio ostacolo alla ricandidatura di Musumeci e deviare su un altro nome ancora sconosciuto.

Il centrosinistra proverà ad allargare il campo, a perimetrare le alleanze e quindi passare alla scelta condivisa del candidato; da Leoluca Orlando a Peppe Provenzano e Claudio Fava. Entra a gamba tesa nella scena elettorale per primo il deputato all’Ars, Danilo Lo Giudice, con la propria disponibilità a ricoprire il ruolo di candidato alla carica di presidente della Regione, sponsorizzato da Cateno De Luca. Ma, alla fine, potrebbe essere lo stesso sindaco di Messina a scendere in campo in prima persone candidandosi alla presidenza della Regione Siciliana.

Come si vede insiste uno scenario da guerra tra i titani della politica siciliana. Ma chi vincerà?

Concetto Alota

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