La Sicilia ha versato in un solo anno 289 milioni di euro alle altre regioni, per cure prestate a nostri corregionali che hanno dovuto fare le valigie e scegliere di prendere l’aereo, per affrontare quelli che un tempo venivano definiti i “viaggi della speranza”.
Una vera e propria fuga di massa per visite ed esami – rilevano il presidente dell’Osservatorio Civico di Siracusa Salvo Sorbello e i due vice Donatella Lo Giudice e Alberto Leone – con una spesa enorme, in aumento di 22 milioni rispetto all’anno precedente e destinata a crescere ancora con l’autonomia differenziata, che, come evidenzia la Fondazione Gimbe, invece di riuscire a ricucire le differenze tra regioni in ambito sanitario e a risollevare il Servizio Sanitario Nazionale, rischia di accentuare il divario Nord-Sud, amplificando inaccettabili diseguaglianze da parte dei cittadini nell’esercizio del diritto costituzionale alla tutela della salute. Ci vorranno misure efficaci di riequilibrio e solidarietà, che saranno però sempre più difficili da attuare, per mancanza di adeguate risorse.
Senza allora con urgenza modelli organizzativi migliori e nuovi, moderni edifici, come il nuovo ospedale di Siracusa – proseguono Sorbello, Lo Giudice e Leone – alle nostre strutture mancheranno sempre di più non solo i medici ma anche i pazienti. Cresceranno infatti i flussi di mobilità sanitaria diretti da sud verso le regioni del nord e peggioreranno la situazione economica delle nostre Asp, che non potranno migliorare, come invece servirebbe, la qualità dei servizi.
Il Sud sarà così sempre più una sorta di bancomat per le regioni del nord più avvantaggiate dall’emigrazione sanitaria.
Per il nuovo ospedale – concludono i dirigenti dell’Osservatorio Civico – dopo la nota del 10 giugno scorso con cui sono stati trasmessi, da parte della Proger spa, i nuovi computi metrici ed il quadro economico dell’iniziativa, con un costo lievitato a 372 milioni di euro, si è ancora in attesa dei passi successivi.