Sono tanti i miti che avvolgono la Sicilia in un manto di magia e mistero.
Antiche storie, tramandate per la maggiore oralmente, ci raccontano il modo in cui è stata fondata la civiltà e come abbia ricevuto il suo nome.
Una leggenda narra che Sicilia fosse una principessa del Libano e che un oracolo le avesse predetto che al compimento del suo quindicesimo anno, avrebbe dovuto abbandonare la propria terra per non essere divorata dal greco-levante (che avrebbe preso in quel caso le sembianze di un gatto).
Così, per evitare il peggio, i genitori della principessa costretti a lasciarla andare, la salutarono in lacrime vedendola scomparire all’orizzonte su una barca.
Dopo mesi di navigazione la piccola giovinetta ormai stremata dalla fame e dalla sete a causa della fine delle provviste, approdò su una meravigliosa spiaggia con sabbia dorata e onde sontuose che si infrangevano contro piccoli scogli.
Lì l’odore dei fiori dominava l’aria e i frutti colorati rendevano il paesaggio allegro e fatato.
Poiché il luogo era desolato, la principessa scoppiò in un pianto di disperazione e subito le apparve accanto un ragazzo che spiegò il motivo dell’isolamento.
Tutti gli abitanti del sito erano morti a causa di una peste e il destino sembra avesse scelto proprio loro due come fondatori di una nuova popolazione.
Così, avendo compreso l’andamento dei fatti, la principessa ed il giovane diedero vita ad una nuova era.
La terra prese così il nome della donna che le avrebbe ridato vita: Sicilia.
Si pensa che questo mito sia riconducibile all’antica favola di Egesta che fu abbandonata in mare su una barca dal padre per non essere divorata dal mostro marino inviato da Nettuno.
Marika Cappuccio