Il ripristino della tratta ferroviaria, lunga 27 km e inserita nell’elenco delle ferrovie turistiche contemplato dalla Legge 128/2017, è stato promosso dalla Fondazione FS e finanziato con il Fondo complementare del Ministero della Cultura collegato al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Alle 10.30, nel piazzale di stazione, interverranno, tra gli altri, il Direttore Generale della Fondazione FS Luigi Cantamessa, il Responsabile della Direzione Operativa Infrastrutture Territoriale di Rete Ferroviaria Italiana Carmine Rogolino e il Sindaco di Noto Corrado Figura.
A seguire sarà possibile percorrere, a bordo di una coppia di automotrici in livrea storica, i primi chilometri della Noto – Pachino. Nel pomeriggio, con inizio alle ore 16, sempre a Noto, nella Sala Gagliardi di Palazzo Trigona è in programma un convegno dal titolo “Dal sogno alla realtà: il ripristino della ferrovia Noto – Pachino”, moderato dal giornalista Domenico Ciancio.
La ferrovia Noto – Pachino, conosciuta anche come la “Ferrovia del vino”, fu completata il 21 aprile del 1935. Utilizzata prevalentemente per il trasporto merci, nel secondo dopoguerra fu inserita negli elenchi delle linee secondarie a scarso traffico e successivamente sospesa con Decreto Ministeriale il 1° gennaio del 1986. La bellezza e l’importanza turistica dei luoghi attraversati non sono stati sufficienti a salvare la tratta dalla definitiva dismissione, avvenuta alla fine del 2002. Il tracciato parte da Noto, capitale del Barocco, puntando verso il mare all’altezza delle stazioni di Noto Marina e Noto Bagni. Allontanandosi dalla costa, la linea entra nell’area archeologica dell’antica città greca di Eloro e della Villa romana del Tellaro, per poi raggiungere la Riserva naturale e Oasi faunistica di Vendicari, nel territorio di Marzamemi. La ferrovia prosegue costeggiando la grotta di Calafarina, sito archeologico di notevole importanza per i numerosi rinvenimenti di varie epoche, in particolar modo della prima età del bronzo. Pachino è la tappa conclusiva: la stazione è la più meridionale d’Italia e d’Europa, per quanto riguarda le linee a scartamento ordinario.
un iniziativa davvero lodevole che dara’ un grande contributo all’economia turistica della zona