Palermo – Sono più di mille le firme raccolte dal partito indipendentista dei ‘Siciliani Liberi’ sulla petizione per la difesa e l’applicazione dello Statuto autonomistico della Sicilia. La raccolta delle firme dei cittadini prosegue, la petizione sarà consegnata alla Regione all’Assemblea siciliana per arrivare a una legge costituzionale che difenda “l’autonomia che ha fatto la ricchezza delle regioni alpine e che anche in Sardegna è difesa bene, solo in Sicilia è stata svenduta e non applicata proprio negli articoli che consentirebbero sviluppo e benessere”. “Non possiamo più assistere passivamente a una emigrazione paragonabile solo agli anni del dopoguerra, con conseguente spopolamento di città e paesi, ad una perdita di competitività d’impresa, a costi di trasporto per le persone e le merci paragonabili ad una nazione extra Ee, a servizi pubblici sempre più inefficienti e non funzionali, ad infrastrutture datate, fatiscenti e, ormai, superate dai tempi – denunciano gli indipendentisti – Imponiamo all’Assemblea regionale di difendere la Sicilia e i siciliani”. Per i Siciliani liberi “la Consulta sta finendo di dare gli ultimi colpi alla Sicilia e ai suoi diritti”. Ecco perché bisogna imporre “allo Stato di rispettare i diritti della Sicilia e dei siciliani, attraverso una petizione popolare e una legge costituzionale”. “Lo Statuto speciale della Sicilia non è mai stato attuato né mai integralmente rispettato dallo Stato italiano – aggiungono gli indipendentisti – Se lo Stato italiano non rispetta lo Statuto siciliano per noi non ci saranno mai le risorse adeguate per avere una sanità decente, strade degne di un paese civile, opportunità di lavoro, soprattutto per i giovani, servizi pubblici dignitosi”. E se lo Statuto siciliano continuerà a non essere attuato “i comuni andranno tutti in dissesto, gli interessi delle regioni del nord saranno privilegiati dallo Stato e sfavorevoli a quelli dei siciliani, le nostre imposte continueranno ad essere drenate da Roma e a prendere il volo per essere spese altrove, saremo come una colonia interna, che regala la propria energia e il proprio prodotto agricolo e compra a caro prezzo ogni altro prodotto esterno. La petizione punta “al rispetto per le leggi siciliane e l’attuazione della sua autonomia, all’organizzazione in autonomia dei nostri servizi pubblici, al recupero dell’autonomia finanziaria, delle tasse dei siciliani, e attuazione della fiscalità di vantaggio, a una autonomia dinamica e soprattutto responsabile, a valorizzare l’insularità, a decostituzionalizzare la forma di governo regionale, a non avere mai più paralisi da mancanza di norme attuative, a non avere mai più sentenze costituzionali abrogative dell’autonomia, a proteggere la Sicilia dagli interventi unilaterali dello stato sull’autonomia”.