Foto di repertorio
Come già comunicato il 3 dicembre u.s., gli agenti delle Volanti intervenivano in un appartamento, sito in viale Santa Panagia, per la segnalazione di un’aggressione ai danni di una giovane donna.
Giunti sul posto, gli agenti trovavano la giovane che presentava l’occhio sinistro tumefatto, un taglio al cuoio capelluto e varie ecchimosi sugli arti e che stava recandosi in ospedale accompagnata da due amiche.
Dalle prime dichiarazioni della donna, si appurava che la stessa era stata aggredita dal proprio fidanzato con un tubo di metallo.
I poliziotti raggiungevano l’appartamento dove trovavano l’autore dell’aggressione, un uomo di 35 anni, che veniva arrestato per lesioni personali aggravate.
Nell’occorso, a seguito della perquisizione dell’abitazione, gli agenti rinvenivano vari tipi di sostanza stupefacente (marijuana, hashish, cocaina e ketamina), un bilancino di precisione, materiale di confezionamento e la somma di oltre 1.200 euro in contanti, probabile provento di spaccio.
Per tali motivi il trentacinquenne era stato arrestato anche per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini dello spaccio.
A seguito di ulteriori accertamenti da parte degli agenti della Squadra Mobile, il 28 febbraio u.s. la sez. di P.G., su richiesta del P.M. dr. Parodi e a seguito dell’Ordinanza emessa da dal GIP del Tribunale di Siracusa, dottoressa Piccione, ha eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari a carico dell’uomo, perché resosi responsabile dei reati di sequestro di persona e maltrattamenti.
Infatti, dalle indagini svolte, è emerso un contesto di continue violenze subite per diversi mesi dalla vittima, tanto da rendersi opportuno il suo successivo collocamento presso una Casa Famiglia, sia per esigenze di protezione che di supporto psicologico, attivando immediatamente la procedura prevista del c. d. Codice Rosso, delegando la Sezione di P.G. per gli ulteriori accertamenti e riscontri in merito ai fatti.
Le indagini accertavano che quella che poteva apparire come un’episodica manifestazione violenta ai danni della convivente si palesava come una situazione di sistematica vessazione e violenza fisica e psicologica subita per lungo tempo dalla vittima, che sarebbe persino sfociata in un grave episodio di sequestro di persona.
È stato accertato che la vittima è stata persino segregata all’interno dell’abitazione in uso all’uomo con l’impossibilità di potersi allontanare e con contestuali atti di minaccia e violenza fisica e lesioni gravi nei suoi confronti e privazione della libertà, anche solo di comunicare con l’esterno.
L’incubo della donna è finito solamente grazie all’intervento di due sue amiche che, preoccupate di non avere più sue notizie, si sono recate presso il domicilio dell’ arrestato e, trovandola in disperate condizioni fisiche e psichiche, l’hanno di forza trascinata fuori, di fatto, liberandola, per poi affidarla alla custodia del personale delle Volanti della Polizia che era intervenuta.