Siracusa, Amministrative: ballottaggio obbligato tra settarismi e faziosità a vantaggio dei 5Stelle.

Le amministrative di giugno disegnano uno scenario che conferma le previsioni di pochi giorni fa. Il movimento 5Stelle e il centrodestra in linea teorica saranno i protagonisti del ballottaggio per eleggere il sindaco di Siracusa; l’esperienza positiva della passata tornata amministrativa non è servita al centrosinistra siracusano, che conferma così il suicidio politico in atto.

Ezechia Paolo Reale e Silvia Russoniello saranno in linea di massima gli avversari, gli interpreti e i registi di questa battaglia, soprattutto perché al primo turno non ci sono le possibilità oggettive numeriche per conquistare il 40% dei voti. Ci sono poi le incognite di quanti si asterranno dalla partecipazione al secondo turno perché trombati, non eletti al primo round, e quanti voteranno al ballottaggio il “nuovo” candidato a sindaco prima avversario scegliendo addirittura un altro schieramento per vendicarsi del presunto danno ricevuto. O chi sceglierà di andare semplicemente a farsi un bel bagno sotto il sole di giugno, dopo la delusione.

Ma in città si registra un forte sconforto dei cittadini per la rabbia contro quest’amministrazione comunale per una città ridotta come un vecchio sepolcro abbandonato e le tante colpe in tal senso diffuse tra i tanti assessori che si sono succeduti nel tempo, colti di sorpresa alla nomina, e dal malore dopo. Da registrare anche la disaffezione verso i partiti e la loro dirigenza politica di cui i 5Stelle sono ormai in grado di contrastare lo strapotere e farsi brillanti interpreti, con un solo grido di fortuna: “Tutti a casa”.

Sorprendente si è dimostrato il gioco anticipato del centrodestra che ha per primo prenotato posizioni di potere, registrato compromessi e impegni, per mettere insieme i diversi tronconi in grado di allearsi per puntare su un solo candidato sindaco (a parte i cespugli), in una logica molto difficile e in una competizione amministrativa maturata in un ambiente “aperto” ma carico di rancori e veleni, specie a più a sinistra.

Nonostante lo spostamento e il profuso impegno, il Pd non sembra però in grado di guadagnare quote consistenti dell’elettorato perduto; divisioni, faziosità e settarismi hanno determinato una confusione generale; la conferma nelle fila della ragnatela intrecciate da elementi “privati”, costringendo i tronconi della vecchia alleanza vincente del centrosinistra a presentarsi da soli, divisi in tre o quattro tronconi e con programmi e atteggiamenti molto diversi, prendendo, di fatto, in mano la politica di un Pd che appare ancor più confuso nel programma e nella strategia politica-elettorale.

Concetto Alota

 

 

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