Siracusa, 8 settembre 2021. Un modo di gestire la città molto lontano dai problemi quotidiani. E’ il movimento “Civico 4” che, segnalazioni alla mano, punta il dito contro l’Amministrazione comunale.
“Sarà ricordata, tra poco più di un anno e mezzo, come “la stagione dell’effimero”, quella che ha caratterizzato l’azione amministrativa dell’attuale classe dirigente comunale. – dice il leader Michele Mangiafico – Una stagione di annunci autoreferenziali, frutto di un gruppo di potere convinto sempre di più di comunicare “qualcosa di importante” per la comunità. Una comunità, tuttavia, orfana di una classe politica che si occupi, senza fronzoli né vanagloria, dei problemi di ogni giorno: le buche delle strade, la folta vegetazione sui marciapiedi, i fuochi d’artificio in piena notte, gli incendi sui terreni comunali incolti, le micro-discariche ad ogni angolo della città, la segnaletica consumata dal tempo, le caditoie otturate, le forche caudine del parcheggiatore “abusivo”. L’insofferenza per le mancanze quotidiane è tale che in cuor proprio molti pensano, ad ogni annuncio, “ma chi se ne frega”. Non per cattiveria, ma per come reagirebbe chi tutti i giorni non sentisse di essere rispettato. Come reagirebbe una cittadinanza che ha accumulato, al protocollo dell’ente, 1.566 richieste di risarcimento danni per la propria auto incappata in una buca non curata dall’Amministrazione comunale”.
“Il settore della “mobilità” avrebbe potuto rappresentare in questi anni un’opportunità per risolvere in maniera condivisa problemi atavici di vivibilità. – continua Mangiafico – Al contrario, ci è sembrato piegato all’esigenza di gettare fumo negli occhi dell’opinione pubblica, per generare dibattito e spostare l’attenzione dalle ben più gravi responsabilità di questa Amministrazione: un disavanzo di oltre 22 milioni di euro, una città ridotta a pubblica pattumiera, una infrastruttura idrica che è un colabrodo con una pessima qualità dell’acqua. Tante eredità, ci mancherebbe, ma nessuna soluzione e problemi aggravati. Volutamente, abbiamo spesso evitato di partecipare al “cabaret” della “mobilità” di chi, secondo noi, la vuole solo buttare in caciara”.
“Civico4” ha raccolto, e già inoltrato agli uffici competenti, dodici segnalazioni ricevute dalla cittadinanza nella prima settimana di settembre, utili a comprendere, semmai ce ne fosse bisogno, quali siano le necessità primarie che le persone vorrebbero soddisfatte prima di discutere delle “fantascientifiche” idee dell’attuale Amministrazione comunale: 1. Un cratere su via La Spezia ubicato all’altezza di strisce pedonali oramai invisibili; 2. Un’immagine dei fuochi di artificio che ogni notte imperversano nella parte alta della città; 3. L’incendio del terreno di via Barresi del primo settembre; 4. L’ostruzione del marciapiede tra le vie Teocrito e Torino; 5. L’immondezzaio dentro la buca segnalata da tre anni in largo Bastione Santa Croce in Ortigia; 6. La segnaletica verticale scolorita in via Cairoli e coperta dagli arbusti; 8. La presunta pulizia degli operai con decespugliatore in via Bulgaria; 8. La foresta cresciuta tra le vie Padova e Taranto; 9. Lo stato dei marciapiedi in via Polibio; 10. Le condizioni della segnaletica di via Matteo Beneventano del Bosco; 11. Sempre in via Matteo Beneventano del Bosco, uno dei tanti terreni privati, che allegramente riversano la propria vegetazione su strada pubblica senza che il Comune intervenga; 12. La condizione di una delle tante strade cittadine, ovvero la vis di uscita in contrada Targia, in occasione dell’acquazzone del 06/09/2021.
“Con quale spirito possiamo accogliere la candidatura a capitale della cultura da parte di un gruppo di amministratori pubblici che ritiene corretto far vivere la città in una quotidiana “monkey forest”? – si chiede il movimento “Civico 4” – E perché i cittadini devono sopportare le ordinanze comunali tese a chiedere di far cose che in primis l’Amministrazione non fa, come pulire i terreni incolti prima dell’estate? È giusto applaudire per una zona scolastica quando con i soldi pubblici non sono state ridipinte le strisce pedonali né sostituito la segnaletica che causa incidenti perché ormai assente? Noi desideriamo – conclude – una città normale. Dove i soldi di tutti vengano spesi per erogare, anzitutto, i servizi di base di cui abbiamo diritto.”
“In atto la politica dell’effimero”. Dodici segnalazioni della “città normale” che ha bisogno di ripartire