La Consulta delle Associazioni di categoria della Provincia di Siracusa, Confindustria, Confcommercio, Confagricoltura, Cia, Casartigiani, Confcooperative, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Coldiretti, Agci Sicilia, Legacoop, Federcoltivatori, Claai, Sicilia Impresa, facenti parte della Camera di Commercio del Sud Est della Sicilia, esprimono grande soddisfazione per l’inserimento del progetto Ponte sullo Stretto nel piano straordinario di infrastrutturazione nazionale dalla Commissione affari Finanziari della Conferenza delle Regioni.
Il progetto sarà discusso nell’ambito dell’iter di conversione del cosiddetto “Decreto Agosto” per essere realizzato con i fondi del Recovery Found.
“Andiamo dunque avanti in maniera compatta tutti, forze economiche, sociali e del lavoro e comunità intere, sull’esempio Tav di Torino e sosteniamo l’impegno delle Regioni Sicilia e Calabria e di tutti i parlamentari siciliani e non, affinchè, al di là di ogni schieramento politico, possano consentire la realizzazione di questa infrastruttura fondamentale per la nostra economia e che sia di riscatto per l’intero Mezzogiorno.
Il deficit infrastrutturale nel settore dei trasporti rappresenta un ostacolo alla crescita. La decisione di realizzare un attraversamento stabile nello Stretto di Messina, propedeutico alla realizzazione anche in Sicilia dell’Alta Velocità, è vitale per l’economia, strategica per gli investimenti, pubblici e privati, che sono alla base della crescita economica e dell’occupazione. La dotazione infrastrutturale nel settore dei trasporti è la spina dorsale allo sviluppo, fondamentale per rimuovere i vincoli alla crescita. Non a caso nella classificazione delle infrastrutture, quelle relative ai trasporti sono incluse tra le infrastrutture di tipo economico-produttivo, alla base dell’evoluzione degli scambi di merci e persone e della creazione di economie di scala nella fase di commercializzazione. Le 12 province i cui capoluoghi sono dotati di stazioni Alta velocità hanno assistito ad un incremento del Pil del 10% dal 2008 al 2018, contro il 3% delle province sprovviste di tale servizio. Sette punti di differenza”.