Siracusa, Filctem : tutelare e rilanciare zona industriale per ridare lavoro

La FILCTEM-CGIL di Siracusa ritiene doveroso e indispensabile intervenire nel dibattito in corso, nella nostra zona industriale e in tutta la Sicilia. Si è messo in discussione il tessuto industriale attuale e di conseguenza lo sviluppo in prospettiva futura di un consolidamento economico e occupazionale dell’isola.

 

Condividiamo quanto espresso nella richiesta di incontro al Presidente della Regione, da parte delle Segreterie Regionali Confederali e di Categoria di CGIL-CISL-UIL.

Sosteniamo la presa di posizione delle OO.SS. di Messina in merito all’impatto devastante che avrebbe l’attuazione del piano regionale sulla qualità dell’aria, senza le opportune modifiche tecniche e di tempistica, sulla Raffineria di Milazzo e il suo indotto, impatto che ancor più devastante sarebbe per il polo industriale di Siracusa.

Apprezziamo il sostegno dichiarato del nostro Segretario generale nazionale Marco Falcinelli e del nostro Segretario generale regionale Giuseppe D’Aquila.

 

I piani futuri delle aziende, le trasformazioni, gli investimenti, il mancato decollo di qualsiasi alternativo modello di sviluppo e soprattutto, le istantanee ricadute di tutto ciò sulla tenuta economica e sociale dei territori, impone agli attori sociali ed al governo della regione un immediato confronto al fine di verificare le oggettive difficoltà, togliere ogni eventuale alibi e definire le azioni utili a riallineare la Sicilia al resto del Paese, garantendo quella rapida ripresa delle produzioni ed anche degli investimenti che determini finalmente il rilancio occupazionale nella nostra Regione compresi i giovani e coloro che non lo trovano da tempo e tempo ne è rimasto poco.

 

Il polo industriale di Siracusa rappresenta, ancora oggi, uno dei più importanti siti industriali d’Europa che, le dismissioni e le riorganizzazioni degli ultimi anni, hanno ridimensionato a livello produttivo e occupazionale. il riordino dei mercati fortemente ridimensionati, la ristrutturazione dei grandi gruppi, e le nuove e recenti norme regionali sui limiti delle emissioni determinati dal piano regionale di qualità dell’aria i cui limiti non hanno eguali con il resto del Paese, sono fattori che portano le aziende a rivedere le loro strategie. A nostro parere, da questo periodo di crisi si può uscire cogliendo tutte le opportunità che si presenteranno ma, dobbiamo creare le condizioni per costruire un sistema di relazioni che ci consenta di mettere insieme, attorno a un tavolo permanente, i Sindaci, Confindustria, le Organizzazioni Sindacali, per condividere regole e accordi che possano determinare e ristabilire una pacificazione con il territorio e progettare un futuro di rilancio per la zona industriale.

 

Siamo consapevoli che qualsiasi politica di rilancio passa attraverso la difesa e la tutela

dell’ambiente e che quindi serve un’azione sinergica e condivisa al fine di coniugare e

rilanciare il binomio ambiente e lavoro.

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