“Certe polemiche lasciano perplessi e non trovano riscontro nei numeri e nei fatti”. I medici della ASP di Siracusa non ci stanno e rispondono alla macchina del fango, firmando compatti un documento che accomuna Direzione sanitaria, capi direttori dei Dipartimenti e primari.
“Nessuno, in tutto il mondo, è nato istruito per fronteggiare un virus che appena 3 mesi fa l’intero pianeta sconosceva. Un “mostro” che in Italia ha mietuto 14.000 vite, ha ammalato 118.000 persone, ha infettato 12.000 operatori sanitari, uccidendo 82 medici e 23 infermieri. Prima di disinformare e terrorizzare i cittadini, è bene conoscere i dati. Basta visitare il sito della Regione per rendersi conto che al 7 aprile a Siracusa si osservano solo 80 dei 1859 casi della Sicilia, a fronte dei 551 di Catania, dei 327 di Messina, e persino dei 273 della piccola Enna.
Si potrebbe obiettare che i dati potrebbero essere sottostimati per la carenza dei tamponi. Ma questo vale per tutta la Sicilia e dunque i rapporti non cambiano. Ciò significa che Siracusa ha un tasso di 1,99 casi per 10.000 abitanti, contro la media regionale di 3,72, la metà. Numeri che ci dicono come a Siracusa (con Ragusa) ci sia il tasso più basso dell’Isola. Numeri che ci dicono che a Siracusa i ricoveri e i decessi sono più bassi della media regionale, mentre le guarigioni sono le più alte con 0,65 contro lo 0,23 della Sicilia, tre volte di più! E tutto questo è il frutto di un lavoro oscuro e immane che dirigenti, medici e infermieri stanno portando avanti in silenzio, con umiltà e impegno in pochissimo tempo. Il primo caso di covid a Siracusa risale al 2 marzo.
Il 24 febbraio era stata già istituita l’Unità di Crisi. Sin dai primi ricoveri è stato sperimentato l’uso del tocilizumab. Il 27 febbraio è stata montata la prima tenda pre-triage e il 5 marzo erano già operativi tutti i pre-triage della provincia per separare percorsi e fornire filtri ai Pronto Soccorso. Il 10 marzo era già pronta la prima revisione della Rete Covid. L’indomani sono partiti i lavori al padiglione nord dell’Umberto I. Subito dopo sono stati attivati i primi 8 posti letto di rianimazione covid. Il 16 marzo sono stati consegnati i lavori dei primi 18 p.l. covid al padiglione nord. Il 19 marzo sono partiti i Centri Covid di Noto ed Augusta. Il 25 marzo, in tempi record, sono stati completati i lavori del nuovo impianto dei gas medicali al padiglione nord. L’indomani vi sono stati attivati 36 p.l. covid, e 12 sono stati attrezzati con ventilatori e monitor per poter intubare i più critici. Il 26 marzo sono state istituite le Unità Speciali di Continuità Assistenziale. Il 31 marzo sono stati ottimizzati altri percorsi covid. Una corsa contro il tempo ed un lavoro massacrante.
E oggi, la Sanità siracusana dispone di 5 pre-triage, un’ampia area dedicata ai grigi, una diagnostica tac dedicata, una Terapia Intensiva Covid, 48 p.l. per pazienti a media complessità all’Umberto I, 14 ad Augusta e 18 a Noto, per un totale di 80 posti letto covid, a fronte ancora di soli 42 ricoveri. E con le successive revisioni i p.l. attivabili sono stati ancora aumentati. Questi sono i fatti (in appena un mese!). E questi i numeri: i migliori dati epidemiologici dell’Isola! Poi ci possono, come dovunque, tutto è perfettibile. Non siamo in Svizzera. Ma che si abbia rispetto del Nostro Lavoro. In questo momento così drammatico riteniamo vergognoso e socialmente pericolosissimo questo gioco al massacro nei confronti di chi, nessuno escluso, si sta prodigando senza risparmio in una battaglia in cui l’unico nemico da combattere è la malattia. I medici della ASP di Siracusa chiedono alle Istituzioni solidarietà e ai cittadini di ristabilire quel forte patto di alleanza che è necessario per combattere l’unico vero nemico che è la “malattia”. Oggi più che mai è necessario essere uniti e perseguire tutti insieme il bene comune.”