Nell’ambito dell’attività di prevenzione, di controllo del territorio e di monitoraggio dei locali pubblici mediante sistematici servizi finalizzati al contrasto dei fenomeni di criminalità, il Questore, Gabriella Ioppolo, ha disposto il decreto di revoca della licenza, ai sensi dell’art.100 del TULPS, dell’esercizio commerciale PUB “THE CROW” già ATRIUM, sito a Ortigia, in via Gargallo, emesso in data 11 aprile scorso e notificato congiuntamente dal personale della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale della Questura.
L’art.100 del TULPS prevede che il Questore possa sospendere o revocare la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico e per la sicurezza dei cittadini.
Gli episodi accaduti nel locale e nelle sue immediate adiacenze, accertati dalla Polizia di Stato e dai Carabinieri, per la loro gravità hanno reso necessario il provvedimento predisposto dal personale della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale ed il Questore ha disposto la revoca della licenza al fine di evitare la reiterazione dei comportamenti illeciti e violenti da parte dei suoi frequentatori con precedenti penali e di polizia.
Nello specifico, il duro provvedimento disposto dal Questore di Siracusa consegue all’adozione di ben tre, meno gravi provvedimenti di sospensione dell’attività commerciale in parola adottati rispettivamente nell’anno 2015, nell’anno 2017 e, da ultimo, nel febbraio dell’anno in corso.
Nei vari interventi svolti dalle forze dell’ordine, già a partire dall’anno 2014 ed in molti casi culminati sia con arresti in flagranza sia con plurimi deferimenti all’Autorità Giudiziaria, è stata acclarata reiteratamente la presenza di persone, anche evase dagli arresti domiciliari, in stato di manifesta ubriachezza, condizione che ha sempre generato, favorito od aggravato la commissione, all’interno e nelle immediate adiacenze dell’esercizio commerciale, di reati tra cui molestia, disturbo alle persone e risse tra gli avventori, oltre all’uso personale ed allo spaccio di sostanze stupefacenti. Nonostante il lungo periodo di osservazione, di controllo e di repressione, gli interventi delle forze dell’ordine ed i tre precedenti provvedimenti cautelari di sospensione della licenza da parte del Questore di Siracusa non hanno minimamente sortito gli effetti sperati a garanzia degli interessi pubblici primari quali la sicurezza e l’ordine pubblico, il ripristino della legalità, il rispetto della moralità, del buon costume ed il mantenimento di un ordinato vivere civile, motivo per il quale – afferma il Questore – l’adozione della più grave misura revocatoria si è resa improcrastinabile per evitare che la prosecuzione dell’apertura dell’esercizio possa causare il protrarsi di condizioni nocive per l’ordine e la sicurezza pubblica e ciò, per giurisprudenza consolidata, prescindendo dall’accertamento della colpa del titolare del pubblico esercizio, essendo prevalente la finalità dissuasiva della frequentazione malavitosa indotta dalla chiusura dell’esercizio stesso.
L’Autorità di Pubblica Sicurezza – prosegue il Questore – è tenuta a valutare l’esigenza obiettiva di tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini, indipendentemente da ogni eventuale responsabilità dell’esercente che, essendo assoggettato ad un rischio specifico, legato all’eventualità che il locale gestito dia luogo ai problemi che legittimano l’applicazione dell’art.100 del TULPS, non deve mai sottrarsi all’autonomo obbligo della diligenza nella conduzione dell’attività,
rilevando, infatti, nella ratio del legislatore, l’effetto definitivamente dissuasivo sui soggetti indesiderati, i quali vengono privati di un luogo di abituale aggregazione solo dopo essere stati resi edotti, con le misure meno gravi della sospensione, della circostanza che la loro presenza in detto luogo è oggetto di attenzione da parte delle Autorità preposte.
Nell’adottare il provvedimento di revoca, quindi, è stata ampiamente valutata sia la grave compromissione dei principi primari che assistono il consorzio civile e che attengono direttamente alla moralità pubblica, alla pacifica convivenza e alla conservazione della moralità ed al mantenimento del tranquillo vivere civile, sia l’irreversibilità di tale grave compromissione, in considerazione del fatto che il decorso del tempo, a partire dall’anno 2014 ad oggi, testimonia, incontrovertibilmente, la reiterazione degli accadimenti delittuosi all’interno e nelle immediate adiacenze dell’ex ATRIUM.
Una risposta concreta – conclude il Questore – quella che si è voluto fornire alla cittadinanza, a quella parte sana della società civile che, oggi, in questo significativo provvedimento, può scorgervi sia una valenza di ripristino dell’ordine sociale, sia una valenza di maggiore prossimità tra la Polizia di Stato e la comunità aretusea.