L’avvocato Aldo Ganci, coordinatore provinciale del Movimento Nazionale Sovranista, definisce l’attuale momento dell’amministrazione della città di Siracusa come una “prova di pressappochismo e superficialità nell’affrontare i tanti problemi della città, come l’incresciosa vicenda dei bus navetta, l’indecoroso problema dei rifiuti, mai voluto risolvere che implica anche un pericolo per la salute pubblica, lo scempio della Piazza D’Armi del Castello Maniace, le strade e i marciapiedi scassati, la segnaletica stradale inesistente e tanto altro ancora; ma ora la città, e in particolare i cittadini siracusani, devono fare i conti con un fatto gravissimo: la mancata riapertura degli asili nido e la crisi dei 25 lavoratori dei servizi informatici”. Ed è sempre l’avvocato Gangi per l’occasione a tirar fuori la più celebre frase di Giulio Andreotti: “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci s’indovina”. Frase ormai diventata un proverbio di uso comune. Pensar male degli altri non è sicuramente una cosa buona da fare, eppure anche i pensieri più maligni molte volte hanno un fondamento di verità, specie in politica, come nel caso della città definita “Siracusa La Greca”, sprofondata nel più disastroso baratro del fallimento politico amministrativo mai registrato prima d’ora, toccando il fondo in maniera poco ortodossa e per giunta nell’indifferenza generale della maggioranza predefinita in Aula, con il voto trasversale, in un abbraccio mortale con il M5Stelle.
Insiste nella frase attribuita ad Andreotti una condizione che sposa l’attuale situazione che si determinata nella città di Archimede: come credere e non pensar male da parte dei siracusani che tale siffatta situazione era già a conoscenza dell’attuale sindaco di Siracusa Francesco Italia quando lui era vice sindaco e non è stato fatto niente per programmare il futuro interesse della cittadinanza? Troppi problemi tutti insieme lasciati nel cassetto delle dimenticanze per avvelenare l’aria a chi era sulla carta il vincitore della competizione elettorale, cioè, Ezechia Paolo Reale o il centrodestra che dir si voglia? Insomma, a rigore di logica poco ci manca, visto che bisognava programmare in tempo anche in scadenza di mandato per il bene della collettività, pur alla presenza di una grave situazione politica. Come dire che il nuovo inquilino avrebbe trovato un bel piatto di polpette avvelenate dentro il frigorifero del Municipio, pronti per essere ingoiate dall’ignaro primo arrivato. Ma, ironia della sorte, le polpette sarebbero ora finite nel piatto dell’ipotetico avvelenatore, di chi aveva pensato bene di lasciar i conti in disordine per mettere in difficoltà l’avversario?
La scena ormai arcinota questa mattina in piazza Duomo di un sit-in di protesta ad oltranza, da parte le operatrici del settore e i genitori dei piccoli alunni a causa del ritardo nell’avvio del servizio di asilo nido. A programmare la mobilitazione sono le organizzazioni sindacali di categoria, che hanno avuto modo di confrontarsi con l’amministrazione comunale. Il riferimento è al tavolo tecnico di giovedì alla presenza del sindaco Francesco Italia, dell’assessore alle Politiche scolastiche, Pierpaolo Coppa e del Capo di Gabinetto, Michelangelo Giansiracusa. Il confronto degli amministratori è stato con i sindacalisti, Franco Nardi, Alda Altamore, e di Giorgia Pennuto, in rappresentanza degli operatori del settore. Anche l’assessore Coppa ha incontrato una rappresentanza di mamme, operatrici e sindacalisti ai quali ha dato rassicurazione che gli uffici comunali hanno avviato l’iter per il nuovo appalto, alla luce del reperimento di una parte delle somme dai residui del servizio espletato e dalle somme derivanti dal progetto nazionale per servizi di asilo nido e che il servizio potrebbe essere riaperti dalla metà di ottobre. E allora? Che cosa vuol dire? Che il comune non è in grado di programmare un evento che doveva essere messo in cantiere al momento opportuno e non ora a nave affondata poiché la vecchia e la nuova amministrazione sono la stessa cosa? Con chi prendersela ora poiché a belle parole non ci sono colpevoli?
“C’è molta titubanza nei tempi di avvio degli asili nido – spiega ancora Franco Nardi, segretario della Funzione pubblica della Cgil – ancora oggi l’amministrazione comunale indica nel mese di ottobre il completamento dell’attività necessaria per fare ripartire il servizio anche perché non si può pensare a una proroga e nemmeno a un affidamento”. Nell’attesa che tutto si appiani, le 600 famiglie siracusane che hanno chiesto di usufruire del servizio di asilo nido, saranno costrette a rivolgersi alle strutture private. “Accadrà il paradosso – fa presente Nardi – che alla metà di novembre, quando il servizio potrebbe ragionevolmente partire, non ci saranno bimbi da accogliere nelle strutture pubbliche. Il tutto a nocumento delle 90 operatrici che rimangono senza occupazione”.
Nel frattempo occorre la somma di 150mila euro per la messa in sicurezza del plesso di Via Regia Corte. Risultato, non si farà nulla, anzi dovendo i genitori dei bambini collocare i propri figli, problema di non poco conto per chi lavora, si dovrà cercare una soluzione alternativa a proprie spese, mentre la nave affonda, il “pianista” continua a suonare indisturbato la sua musica preferita in Sol minore accoppiata: la demagogia e la strumentalizzazione. Risultato? Come prima, anzi, peggio ancora!
Concetto Alota