Siracusa. Inquinamento: l’esposto del movimento “Oltre” raccoglie più di mille firme

Il coraggio dei disperati. La ribellione del popolo sull’inquinamento selvaggio da parte delle industrie del petrolchimico sembrava una cosa impossibile. Le manifestazioni organizzate per protestare contro i veleni che appestano l’aria, il mare, la terra e la falda acquifera, sono sempre miseramente fallite. Entra così nella logica la battaglia tra il gioco delle parti. Secondo il filosofo italiano Giorgio Agamben, “…il pensiero è il coraggio della disperazione”.

L’iniziativa del movimento per la rigenerazione, “Oltre” ha raggiunto più di mille sottoscrizioni raccolte a proposito dell’esposto contro i miasmi industriali che la prossima settimana sarà presentato alla Procura delle Repubblica di Siracusa. Nella campagna del “movimento per la rigenerazione, Oltre”, con lo scopo di denunciare le malefatte dell’inquinamento industriale dell’aria era partita lo scorso settembre. “Oltre mille sono i cittadini siracusani che con carta d’identità alla mano e la propria firma hanno rivendicato il diritto a vivere senza paura di ammalarsi. Concetto giuridicamente riconosciuto e sancito da diverse sentenze in Cassazione. Si sono così impegnati a costituirsi parte civile all’avvio dell’azione penale del procedimento in corso contro due colossi industriali per inquinamento dell’aria”. È quanto hanno affermato stamattina gli esponenti del movimento nello scenario della Villa Politi, dove hanno indetto una conferenza stampa, in testa Fabio Granata, presidente fondatore di “Oltre”; Camillo Biondo, presidente vicario; Fausto Consiglio, uno dei portavoce del movimento: “Non è tollerabile vivere quotidianamente con questi sgradevoli miasmi industriali – ha detto Camillo Biondo – e benché non se ne conosca l’effetto sulla salute, è, di fatto, un disturbo. Chiediamo sia perseguito il disturbo. Non si può vivere con la paura di ammalarsi”. Fabio Granata attacca già da tempo il sistema produttivo che ha prodotto i tanti disastri ambientali e i ritardi a bonificare e a riconvertirsi in produzione green, dichiara: “Oggi lavorano nella zona industriale, compreso l’indotto, meno di 4mila persone e noi difendiamo la loro salute, oltre a quella dei cittadini, e la qualità del loro lavoro. Non è vero, come dice qualcuno, che vogliamo che le industrie chiudano e mandino la gente per strada: è questo sistema produttivo, che è imploso, che ha lasciato la gente per strada senza neanche fare le bonifiche. Un’industria riconvertita è come un’opera di risanamento del territorio e rappresenta una dinamica di sviluppo”.

Granata sull’esposto presentato ha aggiunto. “Abbiamo tracciato profili di responsabilità penali, come il diritto violato a vivere senza paura di ammalarsi e la molestia quasi quotidiana a convivere con i miasmi e le finestre chiuse. Ci costituiremo parte civile e chiederemo alla Regione Siciliana di associarsi a noi, così come hanno fatto a Milazzo”.

Fausto Consiglio nell’occasione ha dichiarato: “Attendiamo di capire se le due aziende sotto inchiesta per inquinamento ambientale abbiano adeguato gli impianti secondo prescrizioni”.

C.A.

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