Siracusa. Lavorare per 2 euro l’ora: è la paga di commesse e garzoni sfruttati e senza diritti

“Il salario minimo si farà, perché è nel contratto di Governo e perché già esiste in molti Paesi europei”. È quanto ha assicurato il ministro del Lavoro Luigi Di Maio. L’approvazione della misura “prima del 2020” – prevediamo di fissare per legge una soglia di almeno 9 euro lordi l’ora, sotto della quale non si può scendere. In sostanza contratti da tre o 4 euro l’ora come se ne vedono oggi, non saranno più consentiti, perché tre o 4 euro l’ora non è lavoro, è schiavitù”.

“Lavoro per 2 euro l’ora senza alcuna garanzia, contributi ridotti a intermittenza e nessuna certezza per il futuro”. Sono le parole di garzoni, operai, commesse e tanti altri precari che si trovano nel girone infermale dello sfruttamento del lavoro. Senza andare tanto lontano e per rimanere a casa nostra, nel brodo locale, siamo andati in giro per la bella Isola di Ortigia, la perla di Siracusa, dove abbiamo scoperto che lì si trova la peggiore condizione nello sfruttamento di operai, commesse, garzoni e altre qualifiche, quasi tutti costretti a lavorare mediamente per 2 o 3 euro l’ora, con orari che arrivano anche a nove e dieci ore di lavoro al giorno per una paga media di 700 euro al mese, per circa 270/300 ore lavorative. Notte e giorno, turni avvicendati e senza maggiorazione per il lavoro notturno o straordinario, oltre alle continue minacce di licenziamento.

I contratti sono part-time ma il lavoro e full-time. E questo avviene quasi a tappeto nelle gelaterie, bar, ristoranti, panifici, paninerie e negozi in genere. Un’evasione diffusa e una condizione di sfruttamento grave in un’epoca che nega la verità incontrovertibile anche dal punto di vista sociale. I nuovi schiavi. Si scopre che le commesse sono costrette spesso a cedere alle pretese sessuali di titolari e direttori, per non perdere l’unico posto di lavoro trovato.

Uno sfruttamento del lavoro che sottopone i lavoratori a condizioni assolutamente sproporzionate rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato oltre alla costante minaccia di licenziamento. I controlli mirati al contrasto dell’illegalità diffusa, non danno i risultati sperati e solo una piccola parte viene scoperta.

Tra le irregolarità, quella di non garantire in molti casi le condizioni di salubrità sui luoghi di lavoro, oltre a quelle igieniche, così come la presenza dei parenti, come genitori e figli dei commercianti che, senza contratto di lavoro si trovano all’interno del negozio o nel laboratorio a lavorare.

“Diventa difficile denunciare perché difficile è trovare un altro posto di lavoro” – ci dice Grazia un nome di fantasia per motivi di sicurezza – stanca e con gli occhi abbassati e gonfi per la lunga notte di lavoro a due euro l’ora. Ma la musica per gli altri nuovi schiavi che abbiamo incontrato, frustrati e delusi, nella grande e gloriosa isola di Ortigia a Siracusa non cambia, come non cambia la musica dello sfruttamento in quasi tutte le altre zone della città di Archimede. La disperazione impera; il primo desiderio dei giovani è partire all’estero, perché, dicono, anche nel resto d’Italia, tranne qualche eccezione, la regola non cambia.

Concetto Alota

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