Siracusa, 20 novembre 2020. “Ho ripetuto più volte, ma non mi stancherò di farlo, che un’Amministrazione comunale che voglia guardare al futuro, deve iniziare a farlo pensando ai più piccoli della comunità. Se la città è a misura dei bambini è una città bene amministrata, viceversa è una città che ha perso la prospettiva e, quindi, la speranza. Per questa ragione, il mio sguardo è rivolto in primo luogo a tutte le fattispecie che riguardano la vita e la crescita dei nostri figli, a cominciare dalla scuola. Come ogni anno scolastico, le prime piogge tradiscono la mancata manutenzione di strade e marciapiedi nei pressi degli edifici scolastici. Quest’anno il problema è aggravato dall’emergenza Covid, cioè dagli ingressi contingentati che costringono studenti, anche in tenera età, ad attendere il proprio turno di entrata fuori scuola anche con pioggia, freddo e vento”.
A puntare l’attenzione sugli edifici scolastici è Michele Mangiafico, ex vicepresidente del Consiglio comunale di Siracusa, in una giornata particolare come oggi, in occasione dell‘anniversario della convenzione Onu per i diritti dei bambini.
“In un momento così complicato come quello della convivenza con l’emergenza sanitaria – dice Mangiafico – è insopportabile pensare che ci siano ancora pecche da parte dell’Amministrazione comunale su vicende che affondano le radici in situazioni conosciute da tempo”. Il riferimento è alle condizioni del manto stradale, ma anche della viabilità, proprio nelle vicinanze degli edifici scolastici, dove gli alunni sono costretti a saltare tra una pozzanghera e l’altra, per tentare di non arrivare tra i banchi di scuola tutti bagnati.
Tante le segnalazioni ricevute dai cittadini che denunciano in particolare voragini nell’asfalto dell’undicesimo istituto comprensivo “Archia”, relativamente all’ingresso da via Acireale, ma anche alla scuola Paolo Orsi, relativamente all’ingresso da via Brenta, dove si allaga anche il cortile interno.
A fronte di questi vecchi e noti problemi, ci sono quelli nuovi: le attese fuori scuola causa Covid. Seppure vicende nuove anche su queste bisogna porre l’attenzione.
“La verità è che – continua Mangiafico – questa Amministrazione comunale non è mai stata in grado di programmare e adesso, forse più che mai, questa cosa è diventata lampante, perché nel tempo i nodi dell’indolenza vengono al pettine. È necessario cominciare a recuperare il tempo perduto in una visione di città che al momento non esiste nei palazzi istituzionali ma che siamo chiamati a costruire in termini di cittadinanza attiva, associazionismo diffuso, corpi intermedi. Difficile, se non si è stati abituati a sciogliere i nodi uno per uno, in tempi utili. Programmare significa anche prevenire e salvaguardare”.