09 luglio 2021 -La Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso proposto dai legali di Christian Leonardi, confermando, in via definitiva, la condanna all’ergastolo per l’uomo, che doveva rispondere del reato di femminicidio. Dopo tre ore di camera di consiglio, la suprema corte ha confermato, quindi, le sentenze emesse nei precedenti due gradi di giudizio nei confronti del marito di Eligia Ardita, l’infermiera uccisa la sera del 10 gennaio 2015 nella sua abitazione di via Calatabiano. I giudici non hanno ritenuto conducenti le tesi avanzate dai legali di Leonardi, avvocati Vera Benini e Felicia Mancini, che puntavano sulla nullità delle ordinanze processuali, sul fatto che la corte d’assise non abbia consentito al loro assistito di sedere al loro fianco in aula durante le udienze, di non avere ammesso l’esame dell’avvocato Aldo Scuderi, che ha assistito in una prima battuta l’imputato, di non avere ammesso l’esame delle parti civili.
La difesa di Leonardi ha anche eccepito, sotto l’aspetto prettamente processuale, il fatto che la morte di Eligia Ardita non fosse stata causata dall’asfissia meccanica e quindi, che non sia stato il marito a prenderle la bocca con la mano fino a provocarne il rigurgito fatale. Hanno anche escluso che siano stati importanti le lesioni causate dai colpi inferti al capo della vittima. I due legali hanno insistito, quindi, sulla morte per cause dovute a un infarto cardiaco atipico.
Le parti civili, patrocinate dagli avvocati Rizza, Leonardi, Villardita e Battaglia hanno confutato tali tesi puntando sulle dichiarazioni dell’imputato rese in aula che sarebbero state contraddittorie come nel caso in cui abbia riferito di essersi coricato e indossare il pigiama quando la moglie si sarebbe sentita male. Ma il letto matrimoniale era integro e ai primi soccorritori l’imputato si è presentato vestito.
“Giustizia è stata fatta – ha dichiarato Agatino Ardita, facendosi interprete del sentimento della moglie e dei fratelli di Eligia – abbiamo perso Eligia e la piccola Giulia che per noi rimangono sempre al nostro fianco anche se, a distanza di sei anni, mancano entrambi a noi tutti”.