Il Sunia di Siracusa chiede all’amministrazione comunale un reale impegno a migliorare la qualità dell’abitare al diritto alla casa. Sono oltre 700 le famiglie aspettano un immobile e risultano oltre 1.600 le famiglie con lo sfratto in esecuzione. “Da troppo tempo – afferma il segretario del sindacato, Salvatore Zanghì – le politiche abitative sono dimenticate o sottovalutate nelle azioni del comune di siracusa, soprattutto nelle aree urbane periferiche, dove una crescente emergenza non trova soluzione reale a causa di assenza di fondi da destinare al rilancio dell’edilizia sociale in affitto a canone sostenibili e, determinato anche dal mancato finanziamento di sostegno alla domanda debole”.
Sebbene il decreto del 4 luglio 2019 – previa delibera Cipe del 22 dicembre 2017 – abbia previsto fondi per 250 milioni di euro, dei quali 22 milioni e 600mila euro assegnati alla Sicilia, Siracusa attende ancora che se ne dia attuazione e applicazione pratica. “Tali fondi – riprende Zanghì – costituirebbero una boccata d’ossigeno per il programma integrato residenziale sociale, oltre che per tutto il settore dell’edilizia in sofferenza occupazionale. Si potrebbero attivare interventi di rigenerazione e riorganizzazione urbana al fine di migliorare ed ampliare l’offerta del social housing, nonché mettere in sicurezza gli edifici esistenti mediante interventi di adeguamento e miglioramento antisismico e impiantistico.
Il Sunia provinciale ritiene essenziale superare una visione emergenziale del disagio ed avviare una politica di medio e lungo periodo”.
Da circa 6 mesi, dopo una riunione – con conseguenti impegni assunti dall’assessore alle infrastrutture e dall’assessore alle politiche sociali con le organizzazione sindacali – il comune non dà risposte alle famiglie in attesa di una casa popolare.