Siracusa. Deve scontare 30 anni di reclusione Paolo Cugno, il 28enne manovale di Canicattini che il 17 marzo dello scorso anno ha ucciso la compagna, la venticinquenne Laura Petrolito con 24 coltellate e ne ha gettato il cadavere in un pozzo artesiano. La condanna è stata inflitta dal gup del tribunale di Siracusa, Carla Frau, a conclusione del processo che si è celebrato con il rito abbreviato. Il giudice ha accolto in pieno la richiesta formulata dal pm Marco Dragonetti, riconoscendo nei confronti dell’imputato le attenuanti generiche sub valenti alle aggravanti e condannandolo anche all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, sospendendo la patria potestà per tutta la durata della pena. Cugno è stato condannato a risarcire i danni al padre e ai figli della vittima, costituiti parti civili col patrocinio degli avv. Mario Di Marca e Domenico Mignosa, da quantificare in sede civile e al pagamento di una provvisionale complessiva di 745mila euro.
L’avv. Gianbattista Rizza, che difende Cugno, aveva chiesto la non punibilità dell’imputato perché non capace di intendere e di volere. Ed è proprio attorno a tale capacità che si è giocata la partita fra accusa e difesa, risolta da una perizia super partes, disposta dal gup Frau con la nomina del prof. Filippo Drago, docente all’Università di Catania, che ha confermato che ribadendo che l’imputato fosse in grado di intendere e di volere al momento in cui ha consumato il delitto.
Laura era una ragazza madre e il secondo figlio in tenerissima età lo aveva avuto proprio dalla relazione con Paolo Cugno. Quella sera i due fidanzati che avrebbero dovuto sposarsi poco tempo dopo, erano usciti dall’abitazione di Andrea Petrolito, il padre della ragazza, intorno alle 19 dicendo di dovere comprare lo yogurt al bambino. Ma il tempo trascorreva e a tarda serata, preoccupato per la loro assenza, il padre di Laura ha tentato di mettersi in contatto con i due, senza però alcun risultato. A quel punto, si è recato alla caserma dei carabinieri di Canicattini per denunciare quanto accaduto e da quel momento sono scattate le ricerche. Militari dell’arma, amici e volontari hanno cercato per tutta la notte e fino alla tarda mattina della domenica successiva quando è stato rintracciato Cugno, sconvolto che diceva di non sapere dove fosse andata la sua compagna. Per ore è stato interrogato in caserma senza che l’uomo cedesse. Nel corso della giornata, però, i carabinieri, durante una battuta nelle campagne di contrada Tradituso, non lontana dal centro collinare, hanno fatto la macabra scoperta. Aprendo il coperchio di un pozzo artesiano, hanno rinvenuto il cadavere della giovane. Soltanto a tarda serata, Cugno ha ceduto confessando di essere il responsabile dell’uccisione di Laura.
Francesco Nania