Siracusa, 29 dicembre ’21 – Cgil, Cisl e Uil per la ripartenza dopo l’emergenza Covid che non si è ancora arrestata. I segretari Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, tornano a fare un bilancio dell’anno che è stato e di quello che si spera possa essere, fra numerose emergenze che deve affrontare il territorio non solo a causa del Covid. I rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, nel pieno rispetto di quanto previsto dalle norme e dal momento, hanno preferito evitare la tradizionale conferenza stampa e ringraziano tutti i giornalisti siracusani per l’attenzione e la dedizione che non hanno fatto mancare in questo periodo. A tutti gli operatori dell’informazione, quindi, l’augurio sincero di un nuovo anno sereno.
«La pandemia non si è ancora arrestata, i casi di contagi e le varianti Covid sono sempre all’ordine del giorno per cui non è possibile abbassare la guardia – hanno esordito Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti –. Non lo faremo noi ma non lo devono fare nemmeno le istituzioni, la politica, affinché l’emergenza sanitaria possa sempre essere fronteggiata attraverso strutture funzionali ed efficienti, in attesa che l’iter sulla realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa possa subire una accelerazione e questa fondamentale opera per il territorio, diventi realtà. Abbiamo sempre davanti agli occhi il dramma vissuto da decine di migliaia di persone, non solo per l’emergenza sanitaria ma anche per la crisi economica che ne è derivata, per l’impegno di tutti i lavoratori che hanno continuato ad esserci per reggere in piedi il nostro paese.
Non possiamo che rivolgere un pensiero speciale a tutti gli operatori sanitari – hanno aggiunto i tre segretari – Sono loro che, nella parte più delicata dell’emergenza e ancora oggi, sono stati il simbolo di questa battaglia improvvisa. Nel corso dell’anno siamo intervenuti più volte per segnalare disfunzioni, errori di gestione, anomalie in un sistema sanitario provinciale che, se pur costretto ad affrontare una pandemia, ha mostrato improvvisazioni e pessimo coordinamento per difendere i lavoratori ed i cittadini».
Uno dei temi più dibattuti dalle Organizzazioni sindacali, poi, è stato (e continua ad essere), quello del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza): «Perché abbiamo avuto un primo incontro con il Governo e adesso ci aspettiamo di andare avanti nel merito delle coordinate lungo le quali investire produttivamente le risorse del Pnrr e quella della programmazione Ue 2021-2027. Questo Piano da una parte e la necessità di lasciarci alle spalle l’emergenza Covid dall’altra, rendono inevitabile che istituzioni, sindacato e imprese convergano su una serie di priorità, all’interno di una visione unitaria e condivisa di sviluppo, quali ad esempio la digitalizzazione e l’innovazione, in primo luogo della pubblica amministrazione; le politiche attive del lavoro; quelle per il welfare e sul disagio sociale. E ancora l’ammodernamento e il rilancio del sistema produttivo, dall’industria ai servizi, dal turismo alle attività legate alla cultura. Il via alle Zes e lo sviluppo del sistema delle infrastrutture, snodo strategico al quale è appeso il futuro della Sicilia e di tutto il Mezzogiorno. Lo diciamo spesso, lo ribadiamo ancora oggi: l’emergenza deve, adesso, rappresentare una opportunità per migliorare le cose – hanno sottolineato i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil –. Serve il confronto continuo e leale con le parti sociali che, sin dal primo momento, sono state disponibili a collaborare per intervenire lì dove possibile».
Un confronto che per Alosi, Carasi e Lionti non può non riguardare, ad esempio, anche la questione industriale «per una piattaforma per la giusta transizione energetica affinché si possa sviluppare un Piano per la trasformazione del modello economico e produttivo e affrontare così in modo coordinato tutte le situazioni di crisi in conseguenza della riconversione verde di tutti i settori. Un processo per il quale naturalmente serviranno misure per creare nuovi posti di lavoro, attivare ammortizzatori sociali universali, avviare percorsi di formazione permanente e di riqualificazione professionale per accrescere le competenze verdi e digitali e ricollocare i lavoratori, salvaguardare loro e i loro salari. Il sindacato sta affrontando la questione con quell’attenzione e quella responsabilità necessarie a garantire ogni posto di lavoro. Una vertenza che coinvolge circa 10mila lavoratori fra diretti e dell’indotto. La zona industriale resta strategica – hanno sottolineato Cgil, Cisl e Uil –. La presenza di grosse aziende che, nonostante la crisi internazionale, sono rimaste e hanno investito, deve essere un valore aggiunto per quella politica industriale che deve traghettare nel modo migliore e nei tempi necessari la transizione energetica per il nostro polo industriale.
Chimici, metalmeccanici, servizi, edili, trasporti rappresentano migliaia di lavoratori e altrettante migliaia di famiglie. Questo non deve mai essere dimenticato e il modello di confronto avviato tempo fa sulla sanità può essere ripetuto grazie alla disponibilità di tutti gli attori politici ed istituzionali».
La crisi degli Enti locali (vedi ex Province ma non solo), poi, ha acuito alcuni problemi legati alla stabilità dei lavoratori stessi, motivo per il quale Cgil, Cisl e Uil tornano a far sentire la propria voce «in quanto il tasso di disoccupazione è già molto alto e bisogna invertire la rotta nella programmazione economica della provincia e di tutti quegli enti e della Pubblica amministrazione oltre che del mondo della scuola che hanno bisogno di risorse per il rinnovo dei contratti e per le assunzioni ormai indispensabili in entrambi i settori, in quanto dalle ultime leggi di Governo, le figure richieste sono soltanto a tempo determinato e non c’è possibilità di garantire stabilità a medio e lungo termine. Quando anche i lavoratori degli enti pubblici sono costretti ad attendere per diversi mesi gli stipendi, bisogna alzare il livello di guardia e affrontare immediatamente la questione. In provincia abbiamo sempre avuto casi emblematici, esempi di mala gestione e di sempre minori accreditamenti dello Stato e della Regione. I lavoratori del pubblico impiego non chiedono soltanto adeguamenti salariali, ma insistono perché la Pubblica amministrazione venga riformata per dare migliori e certi servizi ai cittadini e alle aziende».
Qualità della vita, le classifiche nazionali restano impietose, peggiorano anziché migliorare «e dobbiamo fare in modo di tornare a far innalzare questi dati – hanno detto ancora i segretari – perché l’esclusione sociale, le persone in povertà, le nuove diseguaglianze sono sempre problemi all’ordine del giorno. La politica si faccia carico di un problema che tocca più o meno tutti e lo faccia assicurando interventi necessari e funzionali per la nostra provincia con i fondi del recovery fund incidendo sulle scelte della Regione. Lo facciano spingendo quotidianamente affinché le infrastrutture necessarie vengano completate».
Con il completamento dei 7 km della Siracusa-Gela con l’apertura dello svincolo di Ispica-Pozzallo si è fatto un passo avanti «ma non può certo bastare perché quella è un’opera che attende da decenni il suo totale completamento, così come si attendono passi avanti per la Catania-Ragusa che tocca pure il territorio siracusano. Anche in questo caso i nostri rappresentanti della deputazione regionale e nazionale possono e devono fare di più perché queste strade piangono continuamente vittime e non sono per niente sicure. Così come non si è sicuri sui luoghi di lavoro e il recente e tragico episodio del cantiere di via Genova a Torino ne è stato un altro emblema: non c’è sicurezza, non ci sono sufficienti controlli, c’è troppa superficialità da parte di tutti. E registrare continuamente vittime fa male ma anche e soprattutto rabbia allo stesso tempo».
Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, rinnovando gli auguri a tutti gli operatori dell’informazione, hanno ribadito che le condizioni per tirarsi fuori dalla crisi esistono.
«Ognuno si senta parte in causa, ciascuno di noi sia, attraverso la concertazione, vaccino per superare la crisi. Il sindacato unitario, mai come adesso, continua responsabilmente a guardare al futuro. Noi la nostra parte la facciamo sempre e ovunque. Ad altri, ora più che mai, il compito di incidere in maniera attiva ed efficace per uscire definitivamente da una pandemia che non è soltanto questione di salute».