Siracusa, piano del porto: questo sconosciuto


Il piano del porto di Siracusa è in buona parte sulla carta. Seppure approvato dal consiglio comunale già da oltre un decennio, non è mai stato approvato definitivamente. Bisogna risalire ai primi anni del Duemila per avere traccia del nuovo assetto del porto grande della città, come ricorda l’allora assessore comunale, Ezechia Paolo reale: “Il piano del porto è stato adottato dal consiglio comunale nel 2002 – dice – e poi trasmesso alla Regione siciliana per l’approvazione. Qui sin fermano le tracce perché non è stato più sviluppato l’iter successivo. Immagino che occorressero adempimenti da parte del Comune, che ad oggi non mi pare siano stati completati”.
Qualcosa, però, nel corso degli anni, si è mosso anche se in maniera incidentale. “Quando abbiamo ottenuto il decreto di finanziamento – dice Reale – per il rifacimento delle banchine e la creazione del braccio per l’attracco delle navi da crociera, su quel progetto è stata fatta una variante approvativa urbanistica con le forme della conferenza dei servizi, conforme al piano adottato. Si tratta di una procedura che ha valore pieno di piano del porto, limitato alle banchine della Marina e al braccio che delimita il porto turistico. Anche quest’ultimo è stato approvato con la stessa procedura. Possiamo quindi dire che questa parte del porto è stata normata definitivamente. Quello che rimane da normare è il tratto dal porto turistico sino alla foce dell’Anapo, ilo cui piano è stato adottato ma non approvato. Peraltro, faccio notare che è la parte più facile in cui intervenire perché basterebbe soltanto confermare la scelta su quella parte in cui, peraltro, il piano del porto prevede una pista ciclabile che unisca Ortigia alla foce dell’Anapo”.
Alla luce della variante, la presenza delle due grandi navi da crociera in porto è più che legittimata: “Il piano del porto – spiega Reale – prevede l’attracco di navi da crociera operative. Collocare due navi inoperose per lungo tempo in uno specchio d’acqua tutelato, senza un costrutto, in assenza di cantieristica navale, prevista nel piano, né un’effettiva presenza di passeggeri, è una scelta sciatta da parte del Ministero. Siracusa non aveva le caratteristiche per essere indicata come porto di parcheggio e svernamento. Tanti altri porti sono più adatti anche perché non hanno il vincolo ambientale. E’ stata una scelta distratta di chi adotta soluzioni senza neanche pensarci un attimo. Per il resto non mi sembra un dramma galattico, bisogna avere un certo equilibrio nei giudizi, anche se in questo caso non è stata valutata la peculiarità del porto che può fare attraccare navi da crociera in maniera episodica ma non deve sede di lunga permanenza lunga di navi da crociera inattive, il contrario di quello che abbiamo sempre pensato fosse lo sviluppo del porto e della città”.

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