“Troppe valutazioni discrezionali nei mesi estivi. Si istituisca un tavolo permanente con Inps e Confindustria e CGIL, CISL e UIL che adotti strumenti e criteri validi per tutti, in particolare nella zona industriale” – questa la richiesta dei segretari generali provinciali di Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL, Saveria Corallo, Paolo Gallo e Salvo Carnevale.
Come è noto le aziende possono far ricorso alla cigo (Cassa Integrazione Ordinaria) se la temperatura sale oltre 35° ovvero quando, seppure al di sotto, la temperatura percepita superare i 35°. A stabilirlo è l’Inps nel messaggio n. 1856/2017, nel quale l’istituto fornisce criteri valutativi delle domande di cigo, non solo conformi alla legge, ma anche uniformi sul territorio nazionale a seguito del Dlgs 148/2015 ( Jobs Act).
Continuiamo a ritenere sbagliatissima l’applicazione normativa del Jobs Act, in relazione alla Cig, poiché il Governo Renzi, (che voleva colpire il sindacato) abolendo le commissioni provinciali, ha sottratto a imprese e lavoratori uno strumento importantissimo decisionale di monitoraggio e verifica delle istanze presentate dalle imprese che adesso sono vagliate dall’occhio gelido e distaccato del singolo funzionario Inps. A volte i destini di imprese e lavoratori dipendono anche da questo fattore.
Ma in relazione al repentino cambio di stagione, e al deciso innalzamento delle temperature, arrivano puntuali le criticità legate al caldo. Spesso le imprese pensano alla produttività sottovalutando i potenziali rischi del calore ma, talvolta, il macchinoso percorso di approvazione funziona da deterrente e scoraggia anche le imprese più sane a danno dei lavoratori e della loro salute.
Serve stabilire dei principi oggettivi e non variabili, in particolare sul principio della temperatura percepita. Per questa ragione Feneal-UIL, Filca-CISL e Fillea-CGIL, hanno chiesto l’istituzione di un tavolo permanente estivo al fine di trovare linee guida, soprattutto nella zona industriale, dove tra temperatura effettiva e temperatura percepita si annida il concretissimo rischio di danni alla salute dei lavoratori.