Che fine hanno fatto i lavori di restauro e di ristrutturazione della chiesa di San Cristoforo, in Ortigia? L’interrogativo se lo pone il parroco del tempio di via Dione, don Rosario Lo Bello, il quale ha lanciato una sorta di lamentela sul suo profilo social, nella speranza che qualcuno dei responsabili la raccolga e dia risposta adeguata.
La chiesa in questione ha ottenuto nel 2018 un finanziamento dal Cipe per i lavori di restauro dell’edificio, ormai da anni sospeso al culto. Per quest’opera sono state liberate risorse economiche per 795mila 631mila euro. “Ricordo che sono riuscito a ottenere uno dei finanziamenti più cospicui per il restauro di edifici di culto – dice don Lo Bello – ma la soddisfazione per quel finanziamento, cui è seguita quella per l’appalto dei lavori, oggi si scontra con il silenzio che è calato su quest’opera”. Il restauro della chiesa di san Cristoforo è stato preso a cura dall’allora sindaco Giancarlo Garozzo che ha proposto il progetto, redatto dall’Ufficio Tecnico e in particolare l’architetto Aldo Celani e dal progettista Arturo Alberti.
Dopo il controllo preventivo di legittimità, ad opera della Corte dei conti, e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il finanziamento è arrivato nelle casse del Comune capoluogo, incaricato di eseguire la gara per l’appalto dei lavori. Lavori che sono stati appaltati dalla commissione aggiudicatrice il 22 gennaio 2020 all’associazione temporanea d’imprese composta dalla Edilservice e dalla Pinto Vraca, con sede a Patti in provincia di Messina. La ditta ha avanzato l’offerta più vantaggiosa praticando un ribasso del 15% e, quindi, i lavori dovrebbero essere realizzati ad un prezzo di 465mila 390 euro oltre l’Iva.
In realtà, osservando gli atti, ci sono due atti di diffida avanzati dai legali del consorzio stabile Galileo che risalgono allo stesso anno 2020. Il primo del mese di giugno ipotizza l’insussistenza in corso di gara del possesso delle attestazioni Soa da parte dell’Ati aggiudicataria dell’appalto. A questa diffida la commissione di gara ha reso un parere sostenendo che la Edilservice abbia presentato un attestato Soa “in corso di validità al momento della presentazione della domanda”. L’altra diffida, riguardava l’inammissibilità dell’offerta tecnica relativamente alle opere aggiuntive proposte. Allo stesso modo, la commissione di gara ha evidenziando che la norma in tal senso non prevede sanzioni per l’impresa che le ha proposte quanto la preclusione del punteggio che, la commissione specifica che, in questo caso “non è stato invero attribuito”. L’ulteriore diffida riguarda l’erronea attribuzione di punteggio relativamente all’offerta tecnica che non ha avuto alcun riscontro perché la commissione ha ritenuto infondate le contestazioni. Insomma, la Edilservice ha superato lo scoglio delle diffide ma, a quasi tre anni dall’aggiudicazione dei lavori, del cantiere non si vede neanche l’ombra. “Purtroppo – scrive don Lo Bello – a causa d’inadempienze da parte degli uffici del Comune e di qualche funzionario, a quattro anni di distanza, i lavori di restauro della Chiesa di San Cristoforo non sono mai partiti”. Tanto è bastato per avviare un dibattito on line con l’obiettivo di sollecitare gli organi comunali preposti a fare chiarezza.
La chiesa di san Cristoforo all’Assunta risale al 1300 ma ha subito ritocchi nelle epoche successive fino allo stile barocco. Si trova in via Dione mentre il prospetto principale è visibile dal corso Matteotti.
Ogni anno nella chiesa di San Cristoforo all’Assunta si svolge il pranzo di Natale con la partecipazione delle persone indigenti. Ha ospitato anche eventi culturali di pregio ma rimane, al momento, preclusa alla celebrazione del rito liturgico. Con il suo restauro, quindi, sarà restituita quale luogo di preghiera e di meditazione alla