Siracusa, 18 gennaio 2022 – Mercoledì 13 gennaio 2022, all’esito dell’udienza preliminare tenutasi in tribunale a Siracusa avanti il Gip, dott.ssa Tiziana Carruba, è stato rinviato a giudizio per il reato di omicidio stradale il conducente della vettura che il 12 ottobre 2020 ha investito sulla Statale 115, mentre procedeva in bicicletta, il quarantanovenne di Pozzallo (Ragusa), Salvatore Mermina, causandone la morte: si tratta di un cinquantanovenne di Modica, sempre nel Ragusano, G. C. L’imputato, che non ha chiesto riti alternativi, dovrà comparire in aula il 14 dicembre 2022 per la prima udienza di un processo da cui i familiari della vittima, assistiti da Studio3A, si attendono risposte.
La tragedia, come detto, si è consumata il 12 ottobre 2020, poco dopo le 19.30, nel tratto della Ss 115 che collega Ispica a Rosolini (Sr), nel territorio comunale di quest’ultimo comune. Mermina stava tranquillamente percorrendo la Statale a bordo strada in direzione Ispica con la sua mountain bike quand’è stato tamponato con estrema violenza dalla Ford Focus, che sopraggiungeva nello stesso senso di marcia, condotta dall’imputato, “per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia nonché nella violazione dell’art. 141, primo e secondo comma del codice della strada” scrive il Pubblico Ministero della Procura di Siracusa, dott. Andrea Palmieri, titolare del relativo procedimento penale, nella sua richiesta formulata alla chiusura delle indagini preliminari. Sulla scorta del rapporto dei carabinieri della stazione di Rosolini, che hanno rilevato il sinistro, e della consulenza tecnica cinematica affidata all’ing. Maria Rita Torrisi, il Sostituto Procuratore imputa in particolare all’automobilista di aver mantenuto “una velocità superiore al limite massimo consentito per quel tratto di strada” e, comunque, di “non averla regolata in relazione alle caratteristiche e alle condizioni della strada stessa e del traffico, non conservando il controllo del veicolo in modo da poter compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, quali soprattutto l’arresto tempestivo del veicolo dinanzi a qualsiasi ostacolo prevedibile, e collidendo con il velocipede che percorreva la SS 15 nel medesimo senso di marcia”. Secondo il Ctu, “una velocità di percorrenza più moderata, e confacente alle ore notturne, avrebbe potuto con buona probabilità evitare la tragicità dell’infausto evento”.
Sta di fatto che, a seguito dell’impatto, il ciclista è stato sbalzato dalla sua bicicletta e, dopo un volo di svariati metri, è rovinato a terra riportando politraumi gravissimi tra cui un trauma cranio-facciale con ematoma subdurale, un trauma toracico addominale e diverse fratture. Il ferito è stato traportato in ambulanza dagli operatori del 118 di Ispica all’ospedale di Modica, dov’è arrivato in condizioni disperate, già in stato di coma, in prognosi ovviamente riservata. Successivamente, il paziente, per l’aggravarsi del suo quadro clinico in seguito ad ulteriori complicanze, è stato trasferito al San Marco di Catania, ma qui il 25 ottobre il suo cuore ha cessato di battere. La perizia medico legale affidata al dott.ssa Maria Tea Teodoro ha accertato e confermato come il decesso, sia pur avvenuto dopo due settimane, fosse “riconducibile unicamente alle gravi lesioni ripotate a causa del sinistro”.
E il fascicolo già aperto a carico dell’investitore dalla Procura di Siracusa, per il tramite del dott. Palmieri, per il reato di lesioni personali stradali gravissime si è trasformato in un procedimento penale per omicidio stradale con gli atti conseguenti, fino al rinvio a giudizio chiesto e ora ottenuto dal magistrato.
I familiari della vittima, per essere assistiti e per ottenere giustizia, attraverso il consulente legale Salvatore Agosta, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, che è intervenuto anche per risolvere un increscioso disguido burocratico e ottenere il nulla osta per i funerali, rimasti boccati per più di due settimane. Ora, a fronte del rinvio a giudizio che conferma le schiaccianti responsabilità dell’indagato, peraltro subito ammesse dallo stesso automobilista dopo il tragico investimento, si confida che possa sbloccarsi e chiudersi rapidamente anche l’iter risarcitorio.