Nessuna volontà di comprimere il diritto e la libertà dei lavoratori. Il prefetto Luigi Pizzi ha fatto diffondere dagli uffici della Prefettura di Siracusa una nota con cui fa alcune puntualizzazioni rispetto alle critiche sollevate dalle organizzazioni sindacali relativamente al significato e agli effetti dell’ordinanza prefettizia del 9 maggio con cui sono stati vietati assembramenti sulle strade e a ridosso delle portinerie degli stabilimenti della zona industriale siracusana. Nel documento, il massimo rappresentante del governo nella nostra provincia ha precisato che l’ordinanza in questione “non riguarda né avrebbe potuto riguardare in alcun modo l’esercizio del diritto allo sciopero, che, com’è noto, è un diritto costituzionalmente garantito. Tale provvedimento è finalizzato a prevenire esclusivamente i reiterati blocchi stradali che si registrano nei pressi delle aziende ubicate nel polo petrolchimico, attuati, peraltro, da gruppi di lavoratori dipendenti da altre imprese e sorprendentemente guidati da taluni esponenti sindacali confederali”.
Per il prefetto Pizzi “tali azioni sono e rimangono assolutamente illecite e oggi penalmente sanzionate dall’art. 23 del cosiddetto Decreto Sicurezza”. Continua affermando nella nota diffusa ieri alla stampa di non comprendere “le doglianze manifestate dagli esponenti sindacali con riferimento a inesistenti compressioni di diritti e di libertà dei lavoratori, a meno di non volere ritenere che compiere azioni illecite rappresenti l’esercizio di un diritto sindacale”.
Il sindacato aveva anche posto il problema della mancanza di risposta a una sollecitazione al prefetto di un incontro per chiarire gli aspetti della vicenda. E anche in tal senso interviene la nota dell’ufficio territoriale del governo: “Contrariamente a quanto affermato da taluni esponenti dei sindacati confederali, in Prefettura non è a tutt’oggi pervenuta alcuna formale richiesta di incontro da parte dei segretari provinciali e che, qualora dovesse pervenire, non si mancherà di prenderla in esame nei tempi e nei modi che il prefetto riterrà opportuni”.
La nota prefettizia si chiude con un auspicio, quello che “cessino le mistificazioni oratorie volte soltanto a screditare infondatamente l’immagine delle istituzioni e ad attribuire falsamente finalità al provvedimento prefettizio che non ha mai inteso avere, al solo scopo di strumentalizzare tale provvedimento per scopi non noti alla Prefettura”.