Con una lunga lettera, ricca di polemiche e spunti critici, l’ex parlamentare regionale, Enzo Vinciullo, ha deciso di lasciare la Lega. Qui di seguito la sua missiva
Lascio la Lega Sicilia, ormai diventata una vera e propria camera a gas, che ha trasformato i suoi uomini e le sue donne in gabinettisti, senza anima e senza alcun progetto e slancio politico, ma solo asserviti al tiranno di turno a cui devono lo stipendio mensile!
Un partito, in Sicilia, a conduzione familiare, in cui gli impegni assunti non vengono rispettati e mantenuti, la parola data non viene onorata, la militanza, come nel caso di Fabio Cantarella, mortificata e i risultati elettorali, ottenuti con tanti sacrifici, calpestati con arroganza e protervia.
Un partito in cui, anziché fare crescere i suoi più autorevoli esponenti, come nel caso della eurodeputata Annalisa Tardino, si organizzano, in modo scientifico, imboscate elettorali per fare eleggere soggetti politici, pur conosciuti, ma provenienti da altri partiti politici, con un unico obiettivo: eliminare politicamente tutte le donne e gli uomini liberi e non asserviti a logiche personali e dove la questione morale non viene mai affrontata, anzi nascosta nel porto delle nebbie e del silenzio.
Il partito è ormai rappresentato solo da fantasmi ed ombre, ombre gli assessori, ombre i commissari provinciali, ombra il commissario regionale che non convoca i pochi uomini rimasti liberi per evitare il confronto politico, limitandosi a fare incontrare a Matteo Salvini solo coloro che fanno parte della ciurma osannante, asservita e compiacente, sicché, nelle ultime due venute di Salvini in Sicilia, siamo stati esclusi i pochi uomini liberi poi, prontamente, invitati, per evitare brutte figure, a partecipare alla manifestazione pro Salvini al Politeama, manifestazione che si è rivelata un vero e proprio flop e ha dimostrato, ancora una volta, l’inconsistenza territoriale, ormai cronica, della Lega in Sicilia, a tutti nota.
E proprio la manifestazione di Palermo ha dimostrato, in modo inequivocabile e tangibile, che il partito di Salvini in Sicilia non esiste, ma esiste una corrente di fuoriusciti dal PD e di traditori politici di Alfano che tentano, ogni giorno, di impadronirsi del partito e di cacciare via coloro che sono arrivati, senza chiedere nulla, sia chiaro, molto prima di loro!
Questi ras locali, usando metodi padronali, novelli vandali li potremmo definire senza difficoltà, già scacciati da tutti gli altri partiti in cui avevano militato nel passato, e dove gli hanno impedito di fare solide, ma cattive, radici, dimenticando le ingiurie gravissime, precedentemente, scagliate, insieme ai propri amici, con cattiveria, contro Salvini, hanno e stanno continuando a calpestare la democrazia interna al partito, solo ai fini di interessi correntizi e personali, approfittando della fiducia generosamente concessa loro da Matteo Salvini, impedendo il tesseramento a chi non fa parte del loro clan politico.
E’ notorio a tutti che, da mesi, è iniziata una diaspora sia dei semplici sostenitori e militanti, quanto soprattutto dei candidati alle ultime elezioni regionali che, con i loro voti personali, hanno consentito al partito il superamento dello sbarramento del 5% e, di conseguenza, agli attuali deputati di essere eletti.
Non è necessario ricordare come, nelle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamenti regionale, i candidati non eletti abbiano riportato i due terzi dei voti validi, mentre gli eletti solo un terzo, sicché si aspettava il giusto riconoscimento per quelle province dove, fin dall’inizio, si sapeva, perfettamente, di non poter ottenere il seggio, ad esempio io e Cafeo siamo fra i primi quattro per percentuale di voti ottenuti, ma a Siracusa non vi era nessuna possibilità di prendere il seggio per scelte egoistiche, illogiche e correntizie, una candidata, ad esempio, ha riportato solo 8 voti!
Ma cosa hanno ricevuto i non eletti? Nulla, se non l’arroganza, la supponenza, la saccenza, l’egoismo degli eletti che hanno fatto si che le province prive di rappresentanza parlamentare diventassero, ogni giorno, merce di scambio con gli altri partiti della coalizione, basta considerare cosa hanno scritto, senza essere smentiti, i giornali sulle ultime e precedenti nomine sulla Sanità regionale.
Ben diversamente si sono comportati i rimanenti partiti del Centro Destra e in modo particolare Fratelli d’Italia, dove il risultato elettorale è stato diametralmente opposto: due terzi dei voti gli eletti, un terzo i non eletti, ma a questi ultimi è stata riconosciuta la giusta visibilità sia all’interno del Governo regionale, quanto nei posti di sottogoverno perché “Vince la squadra”, ironia della sorte era questo il motto della Lega durante la competizione elettorale, mai il singolo.
Invece, si sono dimenticati della squadra, subito dopo le elezioni, così come si sono dimenticati degli impegni assunti, per non doverli onorare, nel rispetto della novella locuzione latina: pacta non sunt servanda!
Per i non eletti l’unica soluzione politica imposta è stata quella di essere inseriti, quanta generosità, nei gabinetti degli assessori, oppure in ruoli impiegatizi all’Assemblea Regionale