Le somme di denaro consegnate al magistrato Giancarlo Longo, per un totale di circa 40 mila euro, erano solo a titolo di prestito, un modo per aiutarlo in quei periodi in cui sembra versasse in dure condizioni economiche. Questo dato è emerso da quanto riferito ieri mattina dall’avv. Giuseppe Calafiore, coinvolto nell’inchiesta “Sistema Siracusa”, che si è sottoposto all’esame dei pm Federica Rende e Antonella Fradà (assente Antonio Carchietti), davanti al gip del tribunale di Messina, Maria Militello. L’esame nell’ambito dell’incidente probatorio, chiesto dal pool di magistrati che ha coordinato le indagini sul dossieraggio e il depistaggio, per le quali sono indagate al momento 18 persone.
Prima dell’esame di Calafiore, è stata, però, la volta dell’avv. Piero Amara, completare il contro esame a cui si è sottoposto. Buona parte delle domande sono state poste dai legali difensori dell’ex pm Longo e sono ruotate attorno a una dazione di denaro. Amara ha confermato di avere fatto recapitare al magistrato una busta contenente la somma di 30 mila euro e di avere scoperto dalla lamentela di Longo che mancavano 5mila euro. Amara ha chiarito ieri in aula che si sarebbe trattato di un semplice equivoco. Il legale augustano ha fatto riferimento al primo episodio in cui Longo gli avrebbe chiesto in prestito la somma di 1500 euro, restituita dopo qualche giorno.
Nel corso dell’incidente probatorio è emersa in più circostanze la divergenza delle dichiarazioni rilasciate da Calafiore e Amara nei precedenti interrogatori con i pubblici ministeri. In particolare, in quelle che si riferiscono ai rapporti con il magistrato napoletano. Amara avrebbe riferito che era prerogativa di Calafiore curarli, questi, invece, ha ribadito che per alcune situazioni sarebbe stato lo stesso Amara a interessarsi in prima persona.
L’avv. Calafiore, che è stato esaminato per oltre due ore, ha confermato che vi fossero rapporti di semplice stima con il pm Marco Di Mauro mentre per quanto attiene la vicenda del dossieraggio, ha ribadito che l’imprenditore Alessandro Ferraro, pur molto vicino all’avv. Amara, non avrebbe mai consegnato somme di denaro all’ex pm Longo, come sostenuto dai magistrati messinesi. Dall’esame dei due professionisti indagati sarebbe anche emerso il fatto che Amara non nutrisse più fiducia nei confronti del suo collega Calafiore.
Il controesame dell’avv. Calafiore è stato fissato per il 13 luglio. In quella circostanza sarà dato spazio alle domande del nutrito collegio di legali difensori degli indagati. E a proposito di indagati, il gip del tribunale peloritano, Maria Vermiglio, ha disposto la revoca degli arresti domiciliari nei confronti del consulente tecnico della Procura aretusea, Corrado Francesco Perricone, accusato di corruzione in atti giudiziari, per scadenza dei termini della custodia cautelare.
I riflettori di “Sistema Siracusa” adesso si accendono sulla corte di Cassazione, visto che domani a Roma sarà discussa la posizione degli indagati, i cui difensori hanno chiesto l’annullamento della misura cautelare, emessa a febbraio dal gip Vermiglio.