Dopo l’ennesimo grave incidente della scorsa settimana, occorso all’altezza di Francofonte su quella che la storia ha ribattezzato la strada degli orrori, abbiamo preferito non intervenire con il solito stucchevole e retorico richiamo alla sicurezza che manca su un pezzo di territorio che aspetta un’opera pubblica come quella promessa da tutto l’arco costituzionale da oltre 30 anni. Stiamo ovviamente parlando del mitologico raddoppio della Ragusana.
Nel mese di novembre il commissario straordinario Musumeci ha incontrato le organizzazioni sindacali, insieme ai dirigenti Anas – così come previsto dalla procedura – e aveva annunciato di vedere finalmente il traguardo e confidava che entro il mese di dicembre potessero essere completati gli ultimi adempimenti, compreso il pezzo di finanziamento mancante per giungere al miliardo di euro (valore complessivo dell’opera) che deve arrivare dal Ministero delle Infrastrutture pari a circa ¼ dell’ammontare. Questo pezzo di finanziamento insieme ad alcuni aspetti burocratici non di secondaria importanza erano, e sono, ‘la conditio sine qua non’ per poter lanciare la gara e affidare finalmente i lavori entro questa estate.
In occasione di quella riunione professando cautela – e ricordando i temi della contrattazione d’anticipo, della legalità e della sicurezza – memori delle cocenti delusioni degli anni passati, abbiamo chiesto trasparenza e comunicazione continua con il territorio.
Crediamo sia arrivato il momento di fissare un nuovo incontro con le organizzazioni sindacali ma sarebbe auspicabile che Musumeci venga, anche a Lentini, a spiegare al territorio cosa sta accadendo. All’orizzonte temiamo di vedere passare anche il 2022 senza aver posato la prima pietra.