La tassa di soggiorno, ripristinata dall’amministrazione comunale, pone alcuni interrogativi, primo fra tutti, l’eliminazione della tassa di soggiorno nel 2020 a beneficio del settore turistico o, viceversa, sulla sua reintroduzione, a copertura del bilancio comunale?
Nel 2019 il Comune di Siracusa ha incassato sul capitolo relativo alla tassa di soggiorno circa 2 milioni di euro. Il 27 maggio scorso, la Giunta comunale approva la Delibera numero 51 in cui conferma al capitolo 940 di entrata della tassa di soggiorno 2 milioni di euro e li riversa nei capitoli di uscita del proprio piano esecutivo. Tra le voci più significative: servizi connessi ai bus navetta (440 mila euro), attività culturali (220mila euro), attrezzature e infrastrutture turistiche del porto, zone balneari e parcheggi (270mila euro), concorso di spesa in feste patronali, premi e altre iniziative culturali.
Ma dall’8 marzo è intervenuto il lockdown per l’emergenza sanitaria, e la stagione turistica è timidamente ripartita nel mese di giugno con le misure di sicurezza previste dalle normative.
È credibile prevedere – si chiede l’ex consigliere comunale Michele Mangiafico – che nel 2020 il Comune di Siracusa incasserà la stessa somma dalla tassa di soggiorno che ha incassato nel 2019, considerato tutto ciò che è avvenuto?
L’Amministrazione comunale intende comunque erogare i servizi anche a rischio di determinare debiti fuori bilancio?
La proposta è quella di una concertazione con i portatori di interessi diffusi riguardanti il settore turistico-ricettivo da una parte e coloro che vengono coinvolti dai servizi sopra descritti affinché ci sia una partecipazione ampia e responsabile ai processi decisionali per capire se ci siano i presupposti per introdurre la tassa di soggiorno, quale sia una posta di entrata credibile e, di conseguenza, quali di questi servizi possano essere mantenuti nell’anno in corso.