A distanza di poco meno di 2 anni dalla sua istituzione, il tribunale ecclesiastico di Siracusa traccia un primo bilancio delle proprie attività. Lo fa con un convegno, previsto per questo pomeriggio nel salone dell’Episcopio in piazza Duomo, con la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico metropolitano del capoluogo.
“Il tribunale ecclesiastico – spiega don Giuseppe Gurciullo, vice vicario giudiziale – nasce nella metà del 2016 per volere dell’arcivescovo mons. Salvatore Pappalardo che ha applicato la riforma del processo di declaratoria di nullità del matrimonio canonico stabilita da Papa Francesco alla fine del 2015. Il tribunale ha la competenza per la trattazione di cause matrimoniali. Con la riforma, il Santo Padre ha introdotto due principi, la centralità vescovo diocesano nella questione delle cause di matrimonio e l’immediata accessibilità dei fedeli al pastore e al tribunale stesso con il sistema della prossimità”. Prima del 2016, coloro che intendevano risolvere le questioni matrimoniali dovevamo rivolgersi al tribunale interdiocesano regionale di Palermo con un notevole dispendio di tempo e di denaro. Il tribunale che opera in Ortigia è il corrispettivo del primo grado di giudizio. L’appello viene poi inoltrato al tribunale ecclesiastico di Noto per finire poi in “cassazione”, ultimo grado di giudizio, costituita dalla Sacra Rota. “Per due volte sentenze del nostro tribunale – dice il vicario giudiziale, mons. Salvatore Manciagli – sono state oggetto di valutazione a Roma. Una volta è stata confermata la nostra indicazione, nella seconda ipotesi stiamo attendendo il giudizio”.
I tempi di attesa per l’ottenimento di una sentenza nel primo grado di giudizio non sono di certo pachidermici come quelli della giustizia ordinaria. C’è da dire, però, che la mole di fascicoli aperti è molto più bassa. In poco meno di due anni di attività, il tribunale ecclesiastico di Siracusa ha trattato 33 cause, circa una al mese, con tempi di attesa media di 9 mesi per l’istruzione delle pratiche e l’emissione del giudizio di primo grado. Di tutte le cause, soltanto 3 hanno fatto riferimento alla richiesta di emettere la dichiarazione di nullità perché il matrimonio non fosse stato consumato. Secondo il diritto canonico, infatti, una delle cause di nullità del matrimonio è costituita dall’impotenza assoluta e perpetua (can. 1084), ossia la mancanza di capacità di porre l’atto sessuale naturale nell’ambito del concreto rapporto coniugale.
Come per il processo ordinario anche per quello ecclesiastico esiste il rito abbreviato che consente di abbattere i tempi processuali fino a 3 mesi di durata. Chi ricorre al processo breve, deve comparire direttamente davanti all’arcivescovo che, al termine della causa, emette il relativo decreto. “E’ importante sottolineare – dice il vicario giudiziale, Manciagli – che il tribunale ecclesiastico interviene sulle cause di dichiarazione di nullità di matrimonio e non di annullamento perché il matrimonio non può essere annullato”. 5 le persone che compongono il tribunale di Siracusa, una delle quali è una donna laica. “Si tratta di un’apertura fondamentale – dice don Gurciullo – perché nelle cause di matrimonio diventa importante la sensibilità femminile”.
La cerimonia di apertura dell’anno giudiziario è prevista per le 17. Dopo il saluto dell’arcivescovo, mons. Pappalardo, moderatore del Tribunale ecclesiastico metropolitano, sono previsti gli interventi del vicario giudiziale mons. Manciagli, che relaziona sull’attività del tribunale. La prolusione è affodata a mons. Vito Angelo Todisco, prelato uditore del Tribunale apostolico della Rota Romana e giudice della Corte d’Appello dello Stato della Città del Vaticano che affronta il tema: “La prossimità nella riforma dei processi di nullità matrimoniale”. In Sicilia esistono altri tre Tribunali ecclesiastici: a Noto, Agrigento e Nicosia. Nei giorni scorsi è stato inaugurato a Palermo l’Anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano siculo competente per la trattazione e definizione delle cause di nullità matrimoniale per le 3 delle 14 diocesi siciliane.
Francesco Nania