“Non è possibile traslocare i reparti di geriatria e di ginecologia per lasciare il posto a terapia intensiva ed accogliere i pazienti affetti da Covid-19 all’ospedale Trigona di Noto”. Sono arrabbiati il parlamentare regionale Pippo Gennuso e l’ex deputato Daniela Ternullo a proposito della proposta dell’Asp di operare il cambiamento per consentire di attivare 18 posti da covid al Trigona. “Non possiamo accettare – dice Gennuso – che i degenti di geriatria siano trasportati in altre strutture ospedaliere. Va bene l’attivazione dei posti Covid, anzi ne siamo stati artefici e suggeritori, ma ciò non può avvenire sulla pelle dei cittadini e di altri pazienti costretti a un traumatico trasferimento. Noi siamo convinti che al Trigona vi siano spazi a sufficienza da contenere i posti letto per l’emergenza coronavirus e, allo stesso tempo, mantenere quelli degli altri reparti”.
“In questo particolare momento, rivolgiamo il nostro pensiero ai medici e gli infermieri della riabilitazione e di geriatria che, secondo il disegno del manager dell’Asp 8, dovrebbero essere cooptati in terapia intensiva. Siamo al loro fianco qualcosa volessero assumere decisioni anche drastiche e poi ci chiediamo che cosa impedisce ai nostri rappresentanti al governo a reperire nuovi medici per fronteggiare l’emergenza Coronavirus? A Milano hanno trovato medici e infermieri, perché non si può fare la stessa cosa da noi? I 120mila residenti della zona sud della provincia non sono cittadini di serie B e pretendono gli stessi servizi sanitari che godono i cittadini di Catania e di Palermo”.
Gennuso e Ternullo hanno intenzione di spingere verso l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, affinché si sciolga l’enigma Trigona: “Insieme con gli altri colleghi del gruppo – dice Gennuso – formuleremo una nostra proposta in modo tale da coprire le falle di un piano aziendale che penalizza l’ospedale di Noto. Non accetteremo mai questo sopruso continuando a calpestare i diritto dei cittadini siracusani. Ho il diritto di rivendicare una sanità giusta per la nostra provincia dove non vivono figli di un dio minore”.