Il consiglio comunale ha aperto le porte alle problematiche del polo industriale. Una seduta straordinaria alla quale hanno partecipato le deputazioni nazionale e regionale in previsione del nuovo incontro con il ministro del Made in Italy, Urso, previsto agli inizi di marzo.
Ha aperto la seduta il consigliere Franco Zappalà che, in maniera accorata ha detto: “La deputazione si faccia carico di un tavolo con i sindacati perché si possa risolvere il problema che è diventato sociale. Stiamo costruendo un territorio di anziani e di disoccupati non pensando ai nostri figli”. Il consigliere Sergio Bonafede, cofirmatario della richiesta di consiglio comunale aperto sulla crisi occupazionale nel polo industriale, ha sottolineato che “la svolta impressa dall’Eni con la riconversione dell’impianto di etilene deve preoccuparci”.
Nel suo intervento, Gianpiero Reale, presidente di Confindustria ha fatto notare che “La zona industriale è una realtà importantissima per il territorio. Il fatturato supera ancora oggi il 50% del Pil dell’intera provincia. Se venisse a mancare provocherebbe grave danno a tutto il territorio e alla sua popolazione”. Ha accennato allo studio della società Ambrosetti che ha calcolato che il polo industriale impatta su 40mila lavoratori mentre ha fatto emergere le criticità maggiori: “La strategia di riconversione industriale – ha detto – comporta meccanismi penalizzanti per le imprese con tasse su anidride carbonica emessa per la quale il nostro petrolchimico oggi versa quasi 250milioni”.
Per il deputato Mpa, Giuseppe Carta, “Serve un incentivo energetico o la possibilità di utilizzare le tasse per la CO2 in investimenti sul territorio”. Poi la provocazione: “Blocchiamo il porto di Augusta e vediamo come reagisce l’intero territorio italiano senza carburanti”. Per il segretario regionale della Uiltec, Andrea Bottaro “Bisogna affrontare in maniera sistemica la crisi del polo. Servono aiuti per gli investimenti e siamo in tempo a fare una riconversione sostenibile”. Dal sindaco di Priolo, Pippo Gianni è arrivata la richiesta chiara e forte: “Tra quattro mesi avremo 500 disoccupati da Sonatrach. Se si ferma anche l’impianto di etilene, siamo alla fine. Vogliamo capire se il sindacato sia unitario, se i deputati sono uniti in modo che con Confindustria si faccia un programma condiviso da sottoporre al ministro Urso”.
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