Siracusa, 8 febbraio 2023 – Il governo come era prevedibile ha emanato pochi giorni orsono il DPCM salva IAS. Dai resoconti stenografici delle sedute tenutesi, facilmente rinvenibili on line sui siti istituzionali, si possono evincere gli interventi sugli emendamenti operati da ogni forza politica. In particolare i portavoce di Europa Verde, Eleonora Evi ed Angelo Bonelli ponevano l’attenzione su questioni veramente rilevanti che il disegno di legge S.391– convertito in legge con modificazioni del decreto legge 5 dicembre 2022 n. 187 recante “Misure urgenti a tutela dell’interesse nazionale nei settori produttivi strategici” bellamente trascurava. E così riferiva la Evi “ Noi diciamo in maniera molto chiara: la continuità produttiva degli stabilimenti non deve in alcun modo mettere in pericolo la salute dei cittadini né provocare danni ambientali(…) a maggior ragione se questa continuità produttiva viene garantita con un intervento statale (…) Non è possibile pensareche lo Stato si prenda la responsabilità dello status quo del fossile, senza affrontare minimamente il dramma ecologico, climatico, occupazionale (…) il decreto risulta del tutto carente dei necessari obblighi che il Governo deve pretendere dalla proprietà del petrolchimico di Priolo in materia di rispetto della normativa ambientale (…) Attualmente il depuratore IAS presso cui conferiscono reflui industriali le aziende del petrolchimico tra cui ISAB Lukoil è sotto sequestro per gravi violazioni delle norme a tutela dell’ambiente. La Procura di Siracusa ha mosso pesanti accuse, si parla di disastro ambientale, l’IAS non sarebbe in grado di depurare alcunchè determinando una compromissione dell’ambiente e un’offesa alla pubblica incolumità.
Sono quarant’anni che questo depuratore non funziona, quarant’anni che produce devastazione ambientale.
E’ una vera vergogna! Sarebbe stato il caso quindi di mettere un paletto normativo, prevedere che l’esercizio
di impianti industriali in violazione di norme di tutela ambientale non sia più consentito. Invece ci si è voluti
concentrare esclusivamente nel garantire l’approvvigionamento da fonti fossili. (…) E invece le migliori
garanzie per il polo industriale siracusano restano quelle ottenibili da una vera transizione ecologica,
svincolata dal modello fossile per una produzione ecosostenibile basata esclusivamente su fonti di energia
rinnovabile e sull’idrogeno verde che punti agli obiettivi di emissioni nette zero. Inquinamento zero
esattamente come previsto dagli obiettivi dell’Unione Europea e da suo Green Deal. Non può essere ancora
un miraggio nel 2023 l’espressione “inquinamento zero”.
Naturalmente tutti gli emendamenti dal contenuto assimilabile agli stralci su riportati sono stati
respinti e il DPCM è stato approvato dalla maggioranza di governo con l’unico dichiarato obiettivo di
salvaguardare la produzione industriale e continuare per inciso con la devastazione ambientale. Fa davvero
orrore leggere della enorme soddisfazione manifestata dalla maggioranza per il dichiarato ruolo assunto da
questo governo “che non interviene sulle imprese per imporre nuove tasse e gabelle o per limitarne la libertà
secondo un pregiudizio classista che le ha viste quali mucche da mungere e non occasioni di sviluppo
collettivo(…) si realizza quella fusione tra stato e impresa nell’ottica di una libertà di azione tesa a garantire
prestigio all’economia nazionale”.
Vivendo come viviamo quotidianamente in questo territorio siracusano, siamo abbastanza abituati a
chi decanta la magnificenza del Polo petrolchimico e della ricchezza economica ad esso correlata, oscurando
totalmente il mancato rispetto delle normative ambientali e mai riconoscendo pacificamente il disastro
dell’ecosistema che ne è derivato.
Riteniamo che solo partendo da questi assunti il nostro territorio potrà progredire in ogni ambito,
persino in quello economico, altrimenti continueremo a mettere la testa sotto la sabbia e a spingerci verso il
baratro.
Giusi Nanè Coportavoce Europa Verde – Verdi Siracus